Kermesse

Venezia, mostri in laguna: pellicciotti e colori-choc, foto sconcertanti dal red carpet

Alessandra Menzani

È sicuramente l’edizione del Festival di Venezia più ricca di star hollywoodiane ma questo record positivo non è direttamente proporzionale al buon gusto esibito in passerella. Del pellicciotto beige (dello stesso colore dei capelli) della stupenda Angelina Jolie, arrivata per presentare il film su Maria Callas, già molti si sono espressi: in Laguna c’erano 30 gradi, 80 percepiti e con umidità cambogiana, nessuno si spiegava la scelta della stola pelosa della figlia di Jon Voight. Forse un omaggio allo stile austero della Callas, forse un improvviso raffreddore dell’ex moglie di Brad Pitt? Non si sa.

Nelle stesse ore, tra l’altro, dubbi simili accompagnavano l’arrivo della rediviva Winona Ryder che è tra i protagonisti del film d’apertura Beetlejuice Beetlejuice di Tim Burton: l’ex idolo della Generazione X per film come Giovani, carini e disoccupati si presentava con una specie di cappotto corto con camicia bianca e fiocco sul collo, pettinata con una enorme cipolla che spuntava sulla testa, un mix assurdo che sembrava più adatto a una cena gotico-natalizia in stile Burton che un red carpet, almeno climaticamente. Il tocco in più? Una gonna di tulle nera lunga fino al pavimento.

 

 

 

MANTELLI E STOLE
Si vede che gli stylist (i professionisti della moda che vestono le star e che decidono tutto) si erano sintonizzati su previsioni del tempo sbagliate o pensavano che in Italia, a fine agosto, ci fosse freddo. Freddo come l’abito di Amal AlamuddinClooney, l’avvocato internazionale dei diritti umani moglie di George Clooney, che indossava un vestito azzurro/verde stile Elsa di Frozen dell’Upper Class. Lady Gaga è Lady Gaga, lei non si discute e ci ha abituato a tutto, resta il fatto che deve aver sudato non poco sotto i collant neri 50 denari (sotto un abitino a pois a maniche lunghe) con cui si è presentata per la prima di Joker: Folie à Deux di Todd Phillips. Si perdona anche la nostra divina Patti Pravo con un mantello vagamente somigliante a quelli del Mago Otelma e occhiali “felini” come quelli di Madonna.

 

 

 

LA MADRINA SI SALVA
Alla fine si è distinta per capacità di ben vestire la madrina del Festival di Venezia 81, Sveva Alviti, ex modella e ora attrice conosciuta più in Francia che in Italia, tranne l’outfit con pantalone e nero e mantella nera e fuxia modello Dracula. Radiosa anche Alessandra Mastronardi in Giorgio Armani Privé con un vestito sui toni del lilla e del glicine tempestato di paillettes e cristalli. Un grosso punto interrogativo, e lo è da qualche tempo, è Kasia Smutniak, che ormai ha deciso di non truccarsi più, forse come manifesto femminista, forse perché non ne ha voglia, non si capisce bene. Ha spiazzato tutti con un look un po’ maschile firmato Giorgio Armani con pantaloni, grosse bretelle che coprivano i seni nudi, un copricapo che le nascondeva gli occhi, un po’ Daryl Hanna in Blade Runner e un po’ socialite anni 20. Se sorridesse, ogni tanto, sarebbe meglio.

IL PIEDE DI GEORGINA
Tralasciamo le influence/modelle/signore senza arte né parte che ogni anno affollano un red carpet sacro come quello veneziano. Solo una citazione. Georgina Rodriguez, compagna di Cristiano Ronaldo, che è arrivata trionfante con un abitino nero inguinale ma soprattutto sandalo plastificato con le dita dei piedi in vista. Perché E i maschi? Il regista spagnolo Pedro Almodovar era uno dei più attesi alla Mostra di Venezia per la sua pellicola sull’eutanasia The Room Next Door, con Julianne Moore e Tilda Swinton, ma l’eutanasia l’ha voluta fare al buon gusto: giacca e pantalone rosa shocking, sembrava Peppa Pig, anzi Papà Pig. Notevole anche la gigantesca piuma sul bavero della giacca...sicuramente sfilare in rosa con accanto Julienne Moore in pailettes gialle e alla destra Tilda Swinton con tailleur color ghiaccio non ha giovato all’effetto finale. In questi casi il famoso armocronista di Elly Schlein avrebbe avuto la sua utilità.

Per noi è “no” anche l’abbinamento barba bianca incolta e capello rossiccio palesemente tinto di Daniel Craig, protagonista di Queer di Luca Guadagnino. Con giacca bianca e camicia chiara che ricorda l’Uomo del Monte, per giunta. L’ex 007 è uno dei papabili per la Coppa Volpi per la sua interpretazione. Ma quando era l’agente segreto al servizio di Sua Maestà lo stile era un’altra storia.