L'intervista

Manuel Franjo, "Pensavano che Lorella fosse la mia metà". La confessione del ballerino

Daniele Priori

Manuel Franjo è una sorta di eroe dei due mondi dello spettacolo. 61 anni, nato in Venezuela, divenuto famoso in Italia come ballerino a Fantastico 5 con Heather Parisi negli anni 80 per poi tornare oltreoceano e riscoprirsi cantante. Una vita che è sempre stata in viaggio tra l’America e l’Europa dove è arrivato inseguendo il sogno del successo, arrivato per caso grazie a un annuncio letto su un giornale in America e all’amicizia con quello che allora era un ballerino come lui: Lucio Presta che poi sarebbe divenuto il suo agente. «Sono stato il primo artista ad avere Lucio come manager» racconta Franjo a Libero nell’anno del ritorno alla notorietà anche in Italia grazie all’imitazione che Fiorello ne ha fatto sul palco dell’ultimo Festival di Sanremo, facendo irruzione nell’esibizione di Lorella Cuccarini, l’altra grande sodale di Manuel Franjo. Oggi uno dei suoi sogni sarebbe fare un reality: «Penso di essere davvero perfetto per il Grande Fratello. Ne avrei di storie da raccontare...».

Allora cominci a raccontarle a noi. Dove vive precisamente, Manuel?
«Adesso principalmente tra Barcellona, dove ho la residenza, e Roma. Faccio avanti e indietro. New York non mi piace più tanto perché non è più quella città di una volta, capace di dare speranze a tutti...».

 

 



A quanti anni è arrivato in Italia?
«Nel 1983, a vent’anni, sono andato a New York per studiare. Ricordo che per pagarmi le lezioni di sera pulivo gli uffici ed è lì che sul giornale Backstage ho letto l’annuncio che in Italia stavano cercando ballerini. Così, dopo circa un anno, sono venuto in Italia a fare l’audizione per Fantastico 5. Non sapevo nulla del vostro Paese e della televisione italiana. A New York però avevo conosciuto un altro ballerino, Lucio Presta che era amico di Franco Miseria (il coreografo di Fantastico ndr)».

Vi sentite ancora con Presta?
«Sì, l’ho sentito l’altro giorno. Siamo amici. Mi spiace molto che abbia avuto quel brutto incidente col trattore però l’ho sentito bene. Sta facendo fisioterapia per riprendere la mobilità della spalla».

Le faccio altri tre nomi credo abbastanza importanti nella sua carriera italiana: Pippo Baudo, Lorella Cuccarini, Fiorello. Lei mi trovi una parola e un ricordo legato a ognuno di loro con cui li descriverebbe.
«Fiorello tra tutti è la conoscenza più recente. Sembrerà impossibile ma io lo scorso anno, quando venni in Italia per fare l’ospitata nel suo programma del mattino assieme a Lorella Cuccarini, non sapevo davvero chi fosse. Tanto che, dopo averlo visto bene in scena, sono andato a salutarlo e gli ho detto: non so chi cazzo sei ma sappi che da ora hai un nuovo fan!».

E lui come l’ha presa?
«Mi ha sorriso e mi ha ringraziato. Mai avrei potuto immaginare che un anno dopo mi avrebbe fatto addirittura l’onore di imitarmi sul palco del Festival di Sanremo!».

Come l’ha vissuto quel momento. Qualcuno l’aveva avvisata?
«No. Sapevo che ci sarebbe stato il medley con cui Lorella riproponeva tutti i pezzi più famosi. A un certo punto mi sono accorto che non aveva ancora fatto Sugar Sugar quando improvvisamente vedo le quinte che si aprono e intravedo la mia silhouette entrare in scena con i baffi e la parrucca. Io caddi a terra perché non sapevo minimamente che avrebbero proposto quella coreografia. È stato molto carino».

Però prima che Fiorello la riscoprisse, a scoprirlo davvero fu Pippo Baudo...
«Che si può dire di Pippo se non che è il padre della tv italiana e il maestro del varietà. Non ce n’è un altro. La cosa che più mi colpì di lui immediatamente fu la capacità, l’occhio che aveva nel vedere il talento di tutti. Durante Fantastico 5, quando i balletti erano ancora registrati, Pippo volle che mettessi in diretta il costume di scena che indossava per la coreografia del brano CriLu. Io non capivo nemmeno troppo bene l’italiano ma sentì lui che parlava della grande curiosità che aveva il pubblico di sapere chi fosse il ballerino coi capelli lunghi. Così, presentandomi direttamente al pubblico, Pippo diede ufficialmente il vero inizio alla mia carriera in Italia. Poi sempre attraverso lui feci Sanremo 1985 come primo ballerino e poi affiancai Lorella nel suo debutto».

Come iniziò la grande storia che la legherà per sempre nell’immaginario alla Cuccarini?
«Io non ricordo bene nemmeno dove ci siamo conosciuti. Forse direttamente in sala prove. Per le persone eravamo fidanzati, dovevamo sposarci... Ogni settimana sui giornali c’era una storia diversa. Noi leggendo quelle storie ci divertivamo a fare i finti gelosi».

E invece?
«Invece io me ne tornai in America per fare musica. Pensi che come produttore avevo un certo Silvio Testi...».

L’attuale marito della Cuccarini?
«Esattamente. Quando nessuno poteva immaginare che si sarebbero sposati. Anche perché le persone credevano che il fidanzato di Lorella fossi io». (ride)

Ci fu anche una piccola parentesi da attore nei suoi anni 80 italiani...
«Sì feci il ruolo poco amato di Lovato ne I Promessi Sposi di Salvatore Nocita. In mezzo a un cast internazionale fantastico con Alberto Sordi, Danny Queen, Burt Lancaster. Mi dissero che il regista cercava un ragazzo bello che potesse fare l’angelo della morte, il soldato che portò la peste a Milano e tra mille provini non vide nessuno che potesse farlo meglio di me. Non so se fosse proprio un complimento! Pensi che il mio compagno che all’epoca era piccolo, oggi mi racconta che per colpa di quel mio personaggio non dormì per due settimane». (Ride)

Il suo compagno è un uomo di spettacolo?
«No, non c’entra nulla. È un uomo di Roma che non si occupa di spettacolo. Probabilmente per questo la storia funziona perché non c’è lo scontro tra due ego».

Senta, a proposito di uomini di spettacolo. Un frontman come Trump vuole riprendersi la Casa Bianca. Da newyorchese di adozione che ne pensa?
«Quando penso a lui mi viene in mente un mio amico di New York, un bellissimo ragazzo che era il parrucchiere di varie celebrities tra le quali Glenn Close, che quando vinse Trump nel 2016 si suicidò per la depressione».

Tra i politici di ieri e di oggi italiani con chi farebbe un giro di ballo?
«A dirle la verità i politici italiani non li conosco molto. Chiederei invece di ballare con me a Papa Francesco. Del resto quelli che vogliono davvero il cambiamento della società devono essere disposti a trovare un compromesso anche tra punti di vista diversi».

La sua speranza più sincera per il futuro?
«Sembrerò ruffiano ma è davvero scritto tutto in una canzone: Imagine. È tutto lì».