L'intervista
Gabriella Carlucci si confessa: "Ecco il mio patto segreto con Milly"
L’Italia che investe sul suo patrimonio naturale, artistico, storico-culturale, trasformandolo in ricchezza è il denominatore comune che lega le tante vite di Gabriella Carlucci. Conduttrice scoperta da Enzo Tortora, poi dodici anni in parlamento e ora produttrice a stretto contatto con tutti i più interessanti percorsi televisivi e cinematografici. Noi di Libero l’abbiamo incontrata a Tindari, una località gioiello in provincia di Messina, dove Gabriella, assieme al patron Fabio Saccuzzo sta tenendo a battesimo la terza edizione del Premio Atena Nike, in programma il 5 agosto al Teatro Greco, preceduto da sei giorni di eventi.
Gabriella, cosa unisce la Sicilia, il cinema e una perla del mondo classico come il Teatro Greco di Tindari?
«In pochi sanno che proprio in Sicilia, a Catania, ci sono stati i primi studios cinematografici realizzati in Italia. Per costruire Cinecittà si sono ispirati a questa esperienza tenuta a battesimo da una società di produzione che si chiamava Etnafilm, la stessa che ha costruito l’ossatura del museo del cinema che c’è ora proprio dove sorgevano gli studios. In Sicilia, poi, grazie al successo del Commissario Montalbano, venduto in tutto il mondo, oltre che al lavoro delle film commission che hanno portato in varie località dell’isola i set di film e serie tv italiani e internazionali, ha preso sempre più piede il fenomeno del cosiddetto cineturismo. Io stessa, oltre a quest’evento di Tindari, organizzo un festival sull’isola di Marettimo. Portiamo il cinema dove fino a poco tempo fa non c’era neppure un albergo. La Sicilia è piena di questi luoghi incredibili e poco conosciuti. È sufficiente presentarli al grande pubblico per aumentare l’incoming...».
A Tindari parlerete anche della riforma del tax credit. A che punto è l’utilizzo di questo strumento e cosa pensa dell’azione al riguardo del Governo Meloni?
«L’idea di utilizzare il tax credit in maniera democratica a favore delle produzioni e delle loro idee è stata la mia prima proposta di legge nel 2001 e fu firmata da tutto il Parlamento. Negli anni a seguire fu apprezzata anche dai governi di centrosinistra, tanto che divenne legge nel 2007 quando al governo non c’era il centrodestra. Parliamo di una forma di incentivo fiscale che negli Stati Uniti e in Inghilterra veniva utilizzato da sempre. Noi siamo arrivati buoni ultimi, però c’è da dire che dal 2007 ad oggi di strada se ne è fatta. Nel 2016, ad esempio, il ministro Franceschini ha esteso a tutte le forme di audiovisivo l’utilizzo del tax credit che era la mia idea originale. Negli anni della pandemia, poi, la soglia fu aumentata anche al 40 e in qualche caso al 60% per cui la riflessione molto approfondita in corso da parte del ministro Sangiuliano per evitare storture nel sistema è giusta. Ed è il motivo per cui ancora oggi non è stato pubblicato il nuovo decreto. Stiamo aspettando che a breve venga completata questa ricognizione sull’utilizzo dei finanziamenti negli ultimi quattro anni per poter così riprendere, in base a nuovi fondi, anche il lavoro di idee e sviluppo di nuovi lavori».
Lei è entrata in parlamento al fianco di Silvio Berlusconi e ne è uscita all’opposizione del governo Berlusconi. Cos’è accaduto in quei dodici anni, dal 2001 al 2013?
«Il mio cammino al fianco di Silvio Berlusconi è iniziato nel 1994. Io lavoravo a Mediaset e il Corriere intervistò tutti i volti dell’azienda sull’ipotesi della nascita di un partito di Silvio Berlusconi. Tutti si espressero contro tranne io, Vianello e Mike Bongiorno. Berlusconi mi chiamò offrendomi già allora una candidatura. Io non accettai ma mi misi a disposizione. Nel 1996 fondai la “Consulta per la Cultura e lo Spettacolo” in Forza Italia, il luogo in cui ancor prima della mia elezione in Parlamento che avvenne nel 2001 raccogliemmo tutte le idee e le proposte sulle quali lavorammo in seguito, compresa quella del tax credit. Negli anni cambiarono le leggi elettorali. Io fui candidata in Puglia, una regione alla quale tuttora sono molto legata. Nel 2010, nel pieno della crisi finanziaria legata ai fallimenti delle banche americane che in Italia portò lo spread alle stelle, fino alle dimissioni del Governo Berlusconi, io fui eletta sindaco in un paesino pugliese. I cittadini mi chiedevano di portare finanziamenti da Roma, siccome io ero una parlamentare ma ogni volta che tornavo in parlamento non ricevevo alcuna risposta. Per cui decisi di dare un segnale forte lasciando il mio partito. In generale, però, il lavoro alla Camera è stata un’esperienza molto molto importante nella mia vita grazie alla quale ho acquisito conoscenze e competenze che nemmeno master, lauree né altri lavori possono darti».
In tv, invece, a lanciarla fu Enzo Tortora. Che ricordo ha di quest’uomo?
«Tortora è stato vittima del più madornale degli errori giudiziari nel nostro Paese che non avrà mai un risarcimento in quanto lui si è ammalato ed è morto per quello che gli è successo. Il ricordo che ho di lui è bellissimo. Dopo aver fatto provino in cui mi scelse immediatamente perché rispecchiavo le caratteristiche della persona che stava cercando, mi invitò a Milano in via dei Piatti, una casa foderata di libri. Era un uomo coltissimo. Mi fece vedere questi libri di tutti i generi raccolti in tutto il mondo siccome io dovevo fare inviata speciale in Portobello. Andai in Australia, in Polinesia, a Bangkok da dove dovevo preparare una cartolina turistica di dieci minuti. Un onore enorme perché al venerdì sera faceva qualcosa come 18 milioni di spettatori. Con lui ci vedevamo prima della trasmissione per la scaletta delle cose che avrei detto e dopo per una riunione nella quale lui mi diceva quali erano stati i punti di forza, quali quelli sui quali avrei potuto sorvolare. Fu una scuola impegnativa ma molto formativa. Sono poche le persone come lui che mi è capitato di incontrare».
Con le sue sorelle in che rapporti è?
«Siamo molto vicine ma facciamo attività tanto impegnative. Milly nel suo programma si occupa di tutto: dai costumi che devono mettere le ballerine alle musiche. Lei è l’anima e l’ispiratrice di tutto quello che avviene nel suo programma, a 360 gradi. L’altra sorella Anna lavora con Milly ai contenuti social e mi raccontano che, sebbene stiano più vicine, in quel contesto non riescono a parlare di cose diverse dal lavoro. Ci ritagliamo spazi per stare insieme nelle feste comandate. Ora, anzi, grazie al matrimonio di Angelica (la figlia di Milly ndr) siamo riuscite a stare insieme due giorni di seguito. Non succedeva da Natale. Milly non usa lo smartphone, quindi può ricevere solo messaggini di pochi caratteri. Non vuole essere raggiunta, disturbata e ama fare le cose quando dice lei. Abbiamo rapporti molto diversi con il cellulare...». (Sorride)
Senta ma a una persona vulcanica come lei, possibile non sia mai venuta l’idea di provare a partecipare a Ballando con le stelle?
«No, perché a inizio carriera decidemmo dopo un episodio preciso che non avremmo fatto mai cose insieme».
Cosa accadde?
«Partecipammo tutte e tre assieme a una trasmissione dal Lingotto di Torino e divenimmo bersaglio del Trio Solenghi-Marchesini-Lopez che portò la parodia persino a Sanremo. Così decidemmo che sarebbe stato meglio non fare più cose insieme per non prestare il fianco. E così è continuata...».
Vacanze e progetti futuri?
«Sono collegate. Ultimamente sono fissata col tennis per cui ad agosto andrò a Maiorca nell’accademia di Rafa Nadal. A settembre con la società di produzione che ho aiutato sarò a Venezia dove sarà presentato un docufilm su Nicola Pietrangeli, il nostro primo grande campione. Il docu si chiamerà Nicola Vs Pietrangeli, mettendo a confronto la vita dello sportivo contro vita glamorous dell’uomo. Lo vedremo in Rai».