Il caso

G7, fango anche su Andrea Bocelli

Ecco, se dal delirio contro il G7 pugliese della Meloni - semplifichiamola così non si salva nemmeno Andrea Bocelli, e con lui Giacomo Puccini e il bel canto italiano, siamo messi davvero male. Anzi, malissimo.

Perché passi pure critica per la presunta berlusconizzazione di Giorgia (magari di Silvio ha preso gli aspetti migliori, magari...) andata di traverso a Concita de Gregorio su Repubblica, così come siamo disposti a chiudere un occhio sull’equazione Borgo Egnazia come Disneyland (e forse a Disneyland non ci siete mai stati...). Ma l’assalto frontale portato al cantante Andrea Bocelli da parte di Michele Serra, sempre sul quotidiano diretto da Ezio Mauro, grida vendetta, tremenda vendetta pure.

 

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«Con tutto il rispetto per Puccini, io di sentire il tenore che spara il "vinceròòòòò" non ne posso veramente più», afferma il giornalista e scrittore, «è diventato un obbligo sonoro, una sigla onnicomprensiva che copre qualunque esigenza, dalla pubblicità dei prosciutti al summit mondiale». Con tutto il rispetto per Serra, la critica nei confronti di Bocelli appare talmente fuori luogo e fuori tempo da assomigliare ad una pizza margherita senza mozzarella...