Dalla Gruber

Otto e Mezzo, la profezia di Caracciolo dopo il voto: "Prima o poi tocca a noi"

Roberto Tortora

L’esito del voto per il nuovo Parlamento europeo ha innalzato in Francia e Germania una nuova ondata sovranista, con i trionfi di Marine Le Pen a Parigi con il suo Rassemblement National e dei Partiti dell’Unione a Berlino per la prima volta nella storia. Letteralmente travolti sia Olaf Scholz sia Emmanuel Macron. Il presidente francese, addirittura, presa coscienza del risultato elettorale, ha dovuto annunciare lo scioglimento dell'Assemblea Nazionale e ha convocato nuove elezioni in Francia il prossimo 30 giugno e, per un eventuale ballottaggio, il successivo 7 luglio.

E anche in Austria e Belgio le cose non sono andate diversamente, con le dimissioni a Bruxelles anche del capo di governo Alexandre De Croo. A Otto e Mezzo fa un’analisi di questo nuovo corso Lucio Caracciolo, giornalista e fondatore della rivista italiana di geopolitica Limes. Questa la sua previsione nello studio del talk di approfondimento politico di La7, condotto da Lilli Gruber dopo il tg di Mentana: “Quando parliamo di destre non facciamo sempre riferimento a fascisti, ai nazisti. Ve bene, quelli sono riferimenti storici, d'accordo, ma ciò che c'interessa oggi è misurare le destre attuali, che possono usare anche schemi e bandiere del passato, ma vanno misurate sui fatti”.

 

 


Queste, secondo Caracciolo, le caratteristiche delle nuove formazioni di destra estrema in Europa: “Ciò che caratterizza le destre estreme di oggi è una tendenza fondamentalmente anti-istituzionale, fondamentalmente razzista e fondamentalmente pericolosa per i diritti civili. Soprattutto insisto sulla questione istituzionale, perché quando ci si abitua a considerare lo Stato di diritto come qualcosa che si può calpestare e nessuno se ne accorge, allora diventa il problema diventa abbastanza serio, soprattutto in Paesi dove la crisi sociale è abbastanza forte. La Francia e la Germania per esempio. L'Italia forse un po' meno, ma prima o poi tocca anche a noi, non è che siano Paesi distanti come l'Australia”.