Niente duello. E ora...

Bruno Vespa-Enrico Mentana, la sfida tra i direttori: ecco le prossime mosse

Daniele Priori

Doveva essere un confronto tv tra le due donne leader dei principali partiti, Meloni e Schlein, si è trasformato nello scontro tra “primedonne” del giornalismo. O meglio tra i due titani del telegiornalismo italiano, Bruno Vespa e Enrico Mentana, che da trent’anni e più ad ogni elezione si contendono il faccia a faccia all’americana. Braccio di ferro con o senza clessidra e con l’incubo della par condicio che, anche questa volta, per la Rai è stata una mannaia, comportando l’annullamento del faccia a faccia Meloni-Schlein.

E sì che Vespa ci aveva creduto. Aveva trovato la quadra tra le contendenti e pure la data del duello che doveva essere il 23 maggio, ovviamente, a Porta a Porta ma a prevalere, fino a risultare decisivo, è stato il malumore degli altri partiti rimasti fuori dall’agone che Bruno aveva organizzato anticipando tutti. Non poteva certo restare immobile Enrico Mentana, direttore del TgLa7 che, provando a mettere d’accordo tutti, ha proposto, ottenendo subito un ok bipartisan, da Conte a Salvini, un doppio giro di confronto-tutti dentro, offrendo le due prime serate de La7 del 5 e 6 giugno prossimi. Una sorta di tregua durata, però, meno di ventiquattro ore, fino allo stop giunto dalla Rai via AgCom allo speciale di Vespa che così si è trovato nelle condizioni di reagire con una nota dai toni netti: «Ci è stato proibito il confronto tra due donne che per la prima volta nella storia italiana sono al vertice nei rispettivi ruoli. È una vittoria della democrazia? Non ne sono convinto. Tutte le forze politiche hanno sempre avuto e sempre avranno il giusto spazio nelle nostre trasmissioni.

 

E nel 2024 i quattro partiti favorevoli al confronto (FdI, Pd, Lega e Stati Uniti d’Europa) rappresentano il 63.32 per cento delle forze parlamentari. L’esasperazione della par condicio non giova a nessuno. Non a caso i tecnici ne invocano da tempo la revisione. Si avrà il coraggio di farlo?». Il direttore del TgLa7, da parte sua, nel corso dell’edizione delle 20 di ieri sera ha provato invece a smorzare i toni, ponendosi ancora solo come arbitro sopra le parti: «Non vogliamo entrare nella logica che ormai è di marcamento a uomo o a donna», ha detto Mentana. «È chiaro, però, che l’invito è rivolto a tutti, tutti con il medesimo criterio e la medesima disponibilità. L’interesse è far sentir programmi e proposte agli elettori anche attraverso i mezzi televisivi. Noi siamo qui con lo spirito più aperto possibile.

 

Non siamo stati illuminati da una missione divina si fa dove si può fare quello che si può fare». Un calembour che parla alla politica, quello di un Mitraglietta quanto mai riflessivo, che a leggerlo in controluce può sembrare anche rivolto ai giornalisti del cdr di La7 che giusto ieri tornavano a sollecitare la direzione sulla necessità di essere resi partecipi di ogni scelta, soprattutto in ambito occupazionale. Come dire: si può fare di più.

E si può fare anche prima di Mentana, deve aver pensato il direttore di SkyTg24 Giuseppe De Bellis che così, nel pomeriggio di ieri, non ha esitato un istante di più a invitare Giorgia Meloni, Elly Schlein, Giuseppe Conte, Antonio Tajani, Matteo Salvini, Matteo Renzi, Carlo Calenda, Nicola Fratoianni nello speciale Il confronto da tenersi il 27 maggio, in diretta, nell’ambito dell’evento Sky TG24 Live In Milano. «Sky TG24 - ha detto De Bellis- è da sempre la casa del confronto, lì ha sempre ospitati sin dalla sua nascita, ogni volta che i protagonisti della politica hanno manifestato la volontà di farli. La nostra volontà è sempre stata quella di offrire al pubblico l’opportunità di ascoltare le idee dei leader con regole chiare, condivise e trasparenti nel rispetto delle indicazioni espresse in materia dall’Autorità Garante delle Comunicazioni». I campi (Rai a parte) sono pronti, la palla torna di nuovo ai contendenti.