I soliti martiri

Fabio Fazio contro la Meloni: "Io negli spot Atreju, non è tranquillizzante"

Ecco un altro martire. Fabio Fazio, intervistato da Repubblica, commenta con tono grave i manifesti-sfottò di Atreju, la sezione giovanile di Fratelli d'Italia. Nel poster per le elezioni europee di giugno, lo slogan (ripetuto per vari personaggi dichiaratamente di sinistra e anti-Meloni) sotto la foto del sorridente conduttore di Che tempo che fa recita: "Anche se lui ci rimane male, tu scrivi Giorgia".

"Una cosa molto sgradevole - spiega il nuovo volto di Discovery -, nel senso che quando si indica una persona fisica, un cittadino comune addirittura come avversario, come simbolo, ovviamente non è tranquillizzante". Tutta l'intervista è una celebrazione del suo show CTCF, quasi un baluardo di libertà contrapposto alla Rai, che fino allo scorso giugno era la sua azienda e che ora viene dipinta come il regno della censura e delle purghe. 

 

 

 

Innanzitutto, i numeri. La domenica sera sul Nove lo show di Fazio, Luciana Littizzetto e Filippa Lagerback ha fatto registrare ascolti di oltre 2 milioni di telespettatori, 11% di share, e picchi, con l'intervista a Chiara Ferragni, vicini ai 4 milioni e il 18% di share. Un successo, chiaro e netto. "All'inizio non era detto niente, quello che è successo è una grande impresa", L'aria di libertà, sottolinea il conduttore savonese, per lui coincide con "l'aria di contemporaneità, valore per certi versi superiore. La libertà è la possibilità di essere contemporanei quindi di adeguarsi al momento, è il contrario di reprimersi". 

 

 

 

Discovery è il terzo polo televisivo? "Sono 30 anni che parliamo del terzo polo, i ghiacci si sono sciolti e sto polo non c'è più, con i ghiacci sciolti uno va a cercarsi l'iceberg dove lo trova". Caso Scurati e gli scioperi Rai: "Sono uno di quelli non compatibili con la nuova narrazione. Ricordo sempre che il mio contratto non fu rinnovato da chi c'era prima e da chi è arrivato. Da quanti anni si dice che la Rai deve trovare un'autonomia dalla politica? Da sempre. Invece è connessa, ed è sempre più complicato. Al di là della politica -sottolinea - la televisione bisogna saperla fare. Non è una cosa semplice, è un lavoro d'ingegno e si rischia di fare errori. I limiti sono già oggettivi in ciascuno di noi, si figuri partendo con i paletti".

 

 

 

Capitolo Ferragni, una intervista molto criticata perché giudicata uno spot per Chiara in difficoltà. "Non credo che si potesse fare diversamente - risponde -. Mi interessava ancora capire come la più grande influencer, una domatrice dei social, abbia potuto commettere una leggerezza così grande". E Amadeus? "L'ho sentito all'indomani della comunicazione del suo passaggio e ci siamo detti: 'Vediamoci a cena'. Tutto ciò che accende il Nove è benvenuto".