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Luciano Ligabue gela Andrea Scanzi: "Non mi fa paura Meloni, ma questa sinistra"
Luciano Ligabue non ci gira attorno per rispondere ad Andrea Scanzi che gli ripropone la solita domanda sul rischio fascismo in Italia. Il giornalista, in una intervista pubblicata sul Fatto Quotidiano, chiede al cantautore - che conosce da trent’anni pur non parlandogli da quindici "per via di recensioni birbe e orgogli scemi" se gli fa paura il governo Meloni?. "No", è stata la risposta secca di Ligabue. Che poi spiega: "È un governo di destra, che ha bisogno di un’opposizione di sinistra. È una politica permanentemente in campagna elettorale, i social hanno modificato in peggio tutto, e sono molto contento che Berlinguer non sia mai stato su TikTok".
Ligabue parla con ragion di causa visto ha fatto anche il consigliere comunale indipendente eletto nelle liste del Partito Comunista. "Ho visto come funzionava e dopo due sedute mi sono dimesso. Non c’entravo un cazzo", ha ammesso il cantautore precisando: "Sono ancora di sinistra, ma da tempo mi sento rappresentato male". "Però voto", aggiunge il cantautore, "a volte più 'contro' che 'per'. È chiaro che mi sento vicino al Pd, che però nel tempo ha perso molta determinazione. Spero che i 5 Stelle costringano il Pd a essere netto su temi come pace, verde e Reddito di cittadinanza".
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Ligabue rivendica le idee progressiste che ha respirato fin da piccolo in famiglia dove "si votava Pci". Una famiglia "semplice e straordinaria" la definisce. "Ho pescato un jolly buono nel nascere in quella famiglia lì. Mi hanno cresciuto con dei valori che avevano sempre a che fare con il sentimento. Questa cosa l’ho presa su: credo di essere molto chiaro sentimentalmente". Poi regala ai lettori del Fatto un ricordo personale legato al padre al quale ha dedicato "una canzone, L’ultimo sguardo, che non pubblicherò mai". Racconta ad Andrea Scanzi che "era malato, e ogni volta cercavo di fargli forza edulcorando la gravità della malattia. Poi, l’ultima volta che lo vidi, mi fissò negli occhi. Capii che sapeva tutto, e in quello sguardo vidi rimprovero. Mio padre voleva che lo trattassi da uomo e che non gli nascondessi niente. È una ferita che non supererò mai". "Credo moltissimo nella famiglia, e non essere stato all’altezza del modello incarnato dai miei genitori mi ha generato un profondo senso di fallimento", ha concluso il cantautore.