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La Terranova replica a Caprarica: "Eh, cosa c'entrano?". 25 aprile e teppisti, sinistra in tilt
"Ogni paese ha delle date che sono ricorrenze fondative. Per l'Italia il 25 aprile è una data fondativa". Antonio Caprarica, ospite di David Parenzo a L'aria che tira su La7 commenta così le nuove (ed eterne) polemiche politiche sulla festa della Liberazione.
"Quello che sta accadendo, lo ha detto bene dal palco il sindaco di Milano Sala e credo che la mia generazione abbia molte colpe, è questa continua rimozione della ignominia del fascismo - incalza ancora lo storico corrispondente dei tg Rai da Londra -. Certo che il fascismo è morto, ma sono colpito che anche una collega stimabile come Annalisa Terranova associ il 25 aprile con i teppisti in piazza. Che c'entrano?".
In studio, la giornalista del Secolo d'Italia annuisce polemicamente e ribadisce la stessa domanda a Caprarica: "Eh, che c'entrano?". "Io l'ho ascoltata, lei ora ascolti me - risponde Caprarica -. Il nostro è un paese plurale e ci sono anche i teppisti che vanno in piazza e sono loro responsabili dei gesti ignobili, compresi i fischi alla Brigata ebraica che è un pezzo importante della nostra Liberazione. Il punto è la rimozione, anziché dire che il 25 aprile è la data che ha rifondato la Nazione noi continuiamo a fare distinguo".
Quindi accusa Gennaro Sangiuliano di aver dimenticato il contributo dei comunisti nella Resistenza nella sua intervista a Repubblica, quando invece il ministro della Cultura ha espressamente citato "la minoranza comunista" accanto a tutte le altre componenti della guerra partigiana, evidenziando appunto l'importanza di queste ultime messe successivamente in ombra in una narrazione "rossa" del 25 aprile.
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"Il 25 aprile non è la fine del fascismo, è la sconfitta sanguinosa del fascismo a opera di una minoranza coraggiosa ed eroica che ci ha restituito la dignità nazionale - conclude Caprarica -. E vi ricordo che senza quella minoranza di comunisti, repubblicani, liberali noi oggi saremmo tra i vinti".
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