Polemiche
Roberto Saviano, fuoriclasse del piagnisteo
A fare a gara a fare il martire troverai sempre uno più martire di te. E se trovi Roberto Saviano, l’oracolo di Spaccanapoli e non solo, beh, allora sei spacciato. Ci ha provato, Antonio Scurati, a vincere il campionato del piagnisteo. Lo stop al monologo in cui su Rai3 avrebbe urlato a pagamento contro il governo ha scatenato il vittimismo dello scrittore ossessionato da Mussolini e dal Fascismo. «Dal premier violenza contro di me», ha tuonato lo Scurati, nero, più della camicia che non gli fa chiudere occhio.
Contro Saviano però non c’è partita. “Mister Gomorra” non ci sta a passare per il martire di Serie B, lui che è il Maradona del martirio. E allora eccolo, il corrucciatissimo Roberto, al Festival del giornalismo di Perugia: «Quandomi hanno chiamato e mi hanno detto di Scurati ho risposto, “Vi siete accorti soltanto adesso di ciò che sta succedendo? Solo adesso», riportiamo letterale, «vi siete accorti di quello che è stato possibile autorizzare a fare a questi?
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Ma come potete ancora lavorare in Rai? Come fate a stare ancora al Consiglio di amministrazione, ad andare ospiti alle trasmissioni”. Lì è tutto controllato, è tutto perennemente costruito perché la propaganda si chiuda, con il solo obiettivo di impedire che qualsiasi luce si accenda. Quando un anno fa hanno censurato il mio programma, Insider», ecco dove voleva arrivare il Saviano, «in tanti sono rimasti in silenzio, pensando che era un problema mio. Non vogliono un certo tipo di narrazione, in questo caso per quanto riguarda la storia mia o di Scurati, non vogliono un certo racconto sulla criminalità organizzata e non vogliono un certo racconto storico». Saviano invece non vuole rivali. Non li ha. Il vittimismo è cosa sua. Le lacrime di Saviano. Copiose. Si è allagata la redazione.