A senso unico

Dritto e Rovescio, Luca Boccoli sfregia la polizia: "Violenza vergognosa"

Roberto Tortora

Sono ormai 3 giorni che i collettivi studenteschi dell’Università La Sapienza di Roma sono in presidio con delle tende all’interno dell’ateneo, per protestare contro gli accordi di ricerca con le università d’Israele che sono stati confermati e non sciolti, nonostante la guerra in corso contro la Palestina. Il codone di protesta è cominciato con uno slogan preciso: “Fuori la guerra dall’Università”. Ed ora alcuni di loro si sono incatenati e hanno anche iniziato uno sciopero della fame.

Nel bel mezzo, c’è stata una manifestazione che ha portato circa 300 studenti a scontrarsi duramente con le forze dell’ordine, causando danni, incidenti e feriti. Sarebbero addirittura 27 gli agenti rimasti colpiti dalla violenza degli studenti, per la precisione 25 poliziotti e 2 carabinieri. Due poliziotti del reparto mobile hanno subìto una prognosi da 20 e 21 giorni.

 

 

È giusto oppure no manifestare per impedire a Israele di collaborare con l’Italia nella ricerca universitaria? E la deriva violenta che ha subìto la protesta è stata colpa di chi? Sul tema si esprime Luca Boccoli, di Alleanza Verdi e Sinistra, ospite anche lui nello studio di Paolo Del Debbio, quello di “Dritto e Rovescio”, programma di approfondimento politico e sociale di Rete 4. Secondo Boccoli è stata la polizia a scatenare gli scontri e questo è inaccettabile durante una manifestazione studentesca: “Io penso che, quando si utilizza la violenza in quel modo da parte delle forze dell’ordine in una manifestazione pacifica sia sbagliato. Poi possiamo essere d’accordo o meno sul fatto d’interrompere questi accordi. Io sinceramente non sono d'accordo a interrompere gli accordi con le università israeliane, perché la ricerca deve essere sempre utilizzata nel migliore dei modi possibili. Poi, ovviamente, se queste tecnologie vengono utilizzate in campo militare, quello è da condannare. Per quanto riguarda la violenza della polizia, però, penso che sia vergognoso e inaccettabile”.