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Lino Guanciale, fango sul centrodestra in Abruzzo: "Il loro criterio? Le linee di sangue"

“Sono sempre stato un progressista. L’ho sempre detto”. Anche se non direttamente come candidato, Lino Guanciale è in prima linea per le prossime regionali in Abruzzo. Il suo orientamento non lo ha mai nascosto anche se, nell’intervista rilasciata a Repubblica, all’inizio l’attore non si è voluto sbilanciare. “Spero finisca bene per la mia regione, e ovviamente ho la mia idea su cosa questo significhi. Non ho mai dato consigli elettorali, e non comincerò adesso”.

Un alone di mistero durato pochissimo. Già dalla domanda successiva, Guanciale ha cominciato a tessere le lodi del candidato di Pd e M5s: “Luciano D’Amico ha fatto una campagna eccellente, di straordinario ascolto del territorio, e ora quello che mi auguro è soprattutto che vadano a votare più persone possibile: vedere un astensionismo così alto fa male a chiunque ami la politica e la democrazia”. Progressisti per D'Amico, insomma. E per il campo largo.

 

 

L’attore, originario di Avezzano, è attaccatissimo alle sue radici e le rivendica con orgoglio: “Il legame è fortissimo. Basti dire che per diversi anni ho diretto il teatro di Avezzano, la mia città, senza chiedere mai nemmeno un rimborso spese, solo per cercare di restituire quello che la mia terra mi ha dato quanto a formazione intellettuale e caratteriale”

In totale sintonia con la visione dell’ex rettore dell’Università di Teramo, di cui ha condiviso integralmente l’ultimo discorso durante un suo comizio: “Io credo che il discorso politico di D’Amico abbia centrato dei nodi fondamentali, dalla crisi della sanità a quella del lavoro, dalla prospettiva delle aree interne fino alla centralità della ridefinizione del modello di sviluppo culturale della regione, e mi ha colpito la sua capacità di declinare tutto questo in un dialogo capillare coi territori. Un modo sano di fare politica”.

 

 

Certo, l’avversario da battere è di quelli impegnativi. Il governatore uscente Marco Marsilio, fedelissimo di Giorgia Meloni, è il favorito: “La forza della destra non è un male in sé, anzi: il sale della democrazia è la dialettica fra parti politiche ed elettorati solidi”. Secondo Lino Guanciale bisogna puntare sul poco radicamento degli avversari. Da non dimenticare infatti che Marsilio non è neanche abruzzese: “Il tema vero è il rispetto autentico della territorialità, che non passa dalle linee di sangue, certo, ma di sicuro passa dalla conoscenza profonda. Certe contraddizioni sono piuttosto oggettive”. Fango, un tanto al chilo.