Livore
Chiara Ferragni, veleno di Selvaggia Lucarelli: "Il vero problema di quell'intervista"
Selvaggia Lucarelli entra ancora una volta a gamba tesa sul caso Chiara Ferragni che si è allargato dal Pandoro alla separazione da Fedez, "Si sono sbagliati tutti: l’Antitrust, le aziende che collaboravano con lei, il Fatto, i follower, i giornalisti, la politica e pure il marito: Chiara Ferragni è sempre stata corretta e in buona fede e noi siamo tutti vittime o creatori di fake news", scrive su Il Fatto quotidiano.
"Alla fine confezioneremo tutti noi un video di scuse collettive in pigiama grigio destinato a lei, la piccola Chiara che ieri, dopo due mesi di silenzio stampa, ha deciso di rilasciare un’intervista fiume a Candida Morvillo e Giuseppe Guastella per il Corriere della Sera. In pratica ci sono voluti ben due giornalisti per intervistare Chiara Ferragni, uno di costume e uno di giudiziaria, manco fosse Julian Assange. Intervista che esce astutamente durante la settimana della moda, in modo che Chiara Ferragni, la grande neo-emarginata della moda milanese, possa avere il suo riscatto mediatico tra un party e una sfilata".
Ma attenzione, prosegue la Lucarelli, "il vero problema però è l’imbarazzante assenza di repliche puntuali ad affermazioni discutibili ed evasive. Ferragni dice che, 'se fai beneficenza e ne parli, crei un effetto emulativo'. Bizzarro, perché nel provvedimento dell’Antitrust emerge come la sua società Fenice avesse fatto inserire nel contratto per il Pandoro l’obbligo da parte di Balocco di non comunicare in alcun modo all’esterno la notizia relativa alla donazione".
Anche sul suo cachet di 1 milione di euro "nessuno dei due giornalisti replica:'Bella idea in effetti far fare beneficenza a un’azienda, guadagnarci 1 milione di euro facendo però credere che tu e Balocco sosteniate un progetto benefico tramite la vendita del Pandoro. Oltre all’idea, non ci potevi mettere anche i soldi?'".