polemica
Ghali, Lucarelli contro Fazio: "Un tentativo malriuscito di manipolazione"
L'intervista di Fabio Fazio a Ghali non è piaciuta a Selvaggia Lucarelli. Invitato a Che Tempo Che Fa domenica 18 febbraio, dopo la bufera sollevata a Sanremo, l'artista è stato accolto a braccia aperte dal conduttore del Nove. Qui ha ribadito il suo tanto controverso "stop al genocidio". "È un mondo strano questo, dove ti insegnano che la pace è giusta ma poi non puoi averla", sono state le parole del rapper. Parole che non sembrano essere piaciute alla Lucarelli.
Attraverso un post su Instagram l'opinionista non si risparmia. Destinatario proprio Fazio: "Ho recuperato ora l'intervista di Fazio a Ghali. E mi spiace constatare che, come prevedibile, si sia assistito a un tentativo (malriuscito) di manipolazione della realtà". La premessa è già tutta un dire: "Con la sua aria candida e fintamente inconsapevole di quale fosse il tema sollevato da Ghali e Dargen a Sanremo (Gaza e il genocidio in atto) con tanto di lettura di comunicato e reazioni di Israele, Fazio ha finto che la questione fosse solo la pace. Un concetto neutro eh, che avete capito. E ha finto anche stupore nell'assistere all'agitazione altrui. Quell''altrui' però è rimasto senza nome, nonostante un nome lo avesse, e cioè 'Israele'".
Insomma, per la Lucarelli è stato "imbarazzante arrogarsi il diritto di riassumere lui ciò che avrebbe detto Ghali, affermando che non c'è nulla di strano nel pronunciare le parole 'guerra' o 'massacro', quando Ghali a Sanremo ha detto una parola molto più precisa, e cioè 'Genocidio'". Della serie: nel mio programma la parola genocidio non si pronuncia, altrimenti non si può fingere di non sapere di cosa si stia parlando, altrimenti non si può evitare di pronunciare le parole 'Gaza' e 'Israele'. Altrimenti non si può fingere stupore".
Da qui la conclusione: "In pratica si sono dette cose più nette e coraggiose a Sanremo e perfino a 'Domenica in' dove qualcuno al massimo ha dovuto eseguire un ordine come un soldatino ma nessuno, con l’atmosfera da parrocchia di campagna, ha recitato la parte di Alice nel paese delle meraviglie. Genocidio, Fazio. Sì era detto "genocidio". Non "w la pace e abbasso le guerre". E no, non è un concetto semplice da temino alle elementari. E lo sterminio di una popolazione e convertire l'espressione in 'guerra' è una scelta molto precisa, che riporta il conflitto su una scala diversa, con una valenza giuridica diversa".
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Finita qui? Niente affatto. Ecco la stoccata finale: "Non aveva neppure senso buttare la questione nel calderone dell'immigrazione (i respingimenti) e degli slogan leghisti (aiutiamoli a casa loro), che nulla c'entrano con quello che accade a Gaza. Parole dette solo per annacquare un messaggio e non irritare Israele, perché se si sta parlando di tutto, si sta parlando di niente. Il finto stupore, Fazio, va bene per le gag con Luciana Littizzetto, non per un genocidio".