La polemica

Ghali, furia della comunità ebraica: "Sanremo non deve unire?"

È scoppiata la polemica a Sanremo su Ghali per la canzone Casa mia casa tua dedicata agli abitanti di Gaza. Nel testo, in particolare, c'è un passaggio che ha suscitato l’ira della comunità ebraica: "Ma, come fate a dire che qui è tutto normale, per tracciare un confine con linee immaginarie, bombardate un ospedale". 

In "uno spettacolo che dovrebbe unire gli italiani, è andata in scena un’esibizione che ha ferito molti spettatori", ha tuonato il presidente della comunità 
ebraica di Milano, Walker Meghnagi, chiedendo un intervento dei vertici Rai. "A differenza di Ghali non possiamo dimenticare che questa terribile guerra è il prodotto di quanto successo il 7 ottobre", ha aggiunto, "sappiamo sulla nostra pelle che la propaganda finisce per armare le mani dei violenti".

 

 

Il rapper milanese, che ha 30 anni ed è stato cresciuto dalla madre tunisina, ha subito precisato che la canzone è stata scritta prima degli attacchi di Hamas e che poi lui si è "chiuso in una bolla per fuggire dai pensieri". Ma in serata ha diffuso un appello all’Italia affinché prenda posizione sulle vittime civili a Gaza: "Sono venuto a Sanremo per portare un messaggio di pace, non ho né il ruolo né l’ambizione di risolvere una questione internazionale", ha detto Ghali, "ma se la mia esibizione porta a ragionare sull'irragionabile, se la mia canzone porta luce su quello che si finge di non vedere, allora ben venga. Non si può fare finta di nulla: è necessario prendere una posizione perché il silenzio non suoni come un assenso. Il mio Paese è l’Italia, e voglio essere fiero del mio Paese".