Pare parecchio parigi
Leonardo Pieraccioni spiazza il botteghino: al cinema, quattro giorni clamorosi
Pare parecchio Parigi, di e con Leonardo Pieraccioni, ha spiazzato il botteghino del week end, incassando 1.335.000 euro in quattro giorni. Cinquantanove anni il 17 febbraio, uno spiritaccio toscano da eterno goliarda, ancora simile a quello dei tempi dell’esordio con I laureati, avvenuto nel 1995, la storia di quattro trentenni fuori corso che non riescono a tirarsi fuori da una vita pigra. I film a seguire hanno avuto sorti alterne, nel bene e nel male, passando da Il ciclone a Il pesce innamorato, Il principe e il pirata, Una moglie bellissima, Io e Marilyn, Un fantastico via vai, Il professor Cenerentolo. Una sequenza di titoli che rispecchiano sempre il suo stile di vita, quel timore di restare in eterno sull’orlo del precariato, da ragazzino voleva fare il perito aziendale, poi però partecipò a un programma di Carlo Conti, anche lui allora debuttante, ma ciò non gli impedì di arruolarsi temporaneamente nei Carabinieri, per poi tornare al varietà.
Questa volta la storia racconta del senso della vita, e non è cosa da poco. Lo fa attraverso una vicenda realmente accaduta, molti anni fa, quella di due fratelli che avevano fatto credere al padre moribondo di portarlo a Parigi con un camper, e invece avevano continuato girare nella campagna, più meno sempre nello stesso posto. Leonardo si è sempre tenuto stretto il canovaccio, finchè è riuscito a fare centro. E la differenza sta soltanto nel fatto che allora l’episodio venne a malapena raccontato da una tv locale, nel film di oggi diventa “virale” con i social, non ci si poteva aspettare diversamente. Si comincia con il professor Cannistracci, cioè Nino Frassica che ha rifiutato la parrucca («sembro mia madre», ha detto) per invecchiarsi, docente vedovo, spocchioso e ringhioso in pensione, che deve tenere una conferenza, ma dopo una caduta ha un infarto e al suo letto d’ospedale vengono convocati i tre figli: Bernardo (Pieraccioni) che gestisce un maneggio, Ivana (Chiara Francini), estetista con amori molto giovani (la conosciamo mentre si intrattiene con uno di loro) e Giovanna (Giulia Bevilacqua), manager impegnata.
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ANTICO DESIDERIO
La famiglia non si ritrova da cinque anni, ma di fronte alla fine imminente i tre trovano un accordo: perché non soddisfare un antico desiderio di quando erano uniti, quello di fare tutti insieme un viaggio a Parigi? Ma non si può spostarlo, e quindi, ideona, lo caricano su un camper e cominciano a girare in tondo nel maneggio di Bernardo. Il prof. è quasi cieco, non riesce a capire dove si trova. La località è nei pressi di Scandicci, ma loro sono bravissimi nel fingere di macinare chilometri e chilometri. Con tappa in un ristorante quando fingono di essere arrivati a Bologna. Il loro girare sempre in tondo attira l’attenzione di alcuni operai che, informati, contribuiranno alla fiction, indossando un costume da stambecchi quando stanno per passare le Alpi, si fa per dire, per di più nella stagione degli amori, e poi trasformandosi in esilaranti dogaIl cast di “Pare Parecchio Parigi”: Chiara Francini, Leonardo Pieraccioni, Nino Frassica, Giulia Bevilacqua. I film di Pieraccioni: “I laureati” (’95), “Il ciclone” (’96), “Fuochi d’artificio” (’97), “Il pesce innamorato” (’99), “Il principe e il pirata” (’01), “Il paradiso all’improvviso” (’03), “Ti amo in tutte le lingue del mondo” (’05), “Una moglie bellissima” (’07), “Io & Marilyn” (’09), “Finalmente la felicità” (’11), “Un fantastico via vai” (’13), “Il professor Cenerentolo” (’15), “Se son rose” (’18), “Il sesso degli angeli” (’22) nieri che parlano un francese maccheronico al momento di “varcare” la frontiera.
E quando cala il buio i figli mostreranno al padre, dall’alto di una collinetta, le luci di una cittadina, dicendo che sono arrivati. E il professor Cannistracci si adegua, dicendo che Parigi è bellissima (finge di crederlo?). Ovvero, il recupero del valore fondante di ognuno di noi, la famiglia. Nota diversa? Forse c’è un segno di malinconia nello sguardo di Pieraccioni. Mai vista prima. Due curiosità: il cammeo da cattivo di Massimo Ceccherini, e la sorpresona finale che non spoileriamo.