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Elodie travolta da Eleonora Giorgi: "Parliamo tanto di patriarcato. Poi..."

Claudio Brigliadori

È sempre un amarissimo sapore di sale per Elodie Di Patrizi. Prima la bordata di Gino Paoli, che ispirò con il suo capolavoro il cult Sapore di mare dei Vanzina, anno di grazia 1983. Quindi Eleonora Giorgi, protagonista del secondo capitolo di quella pellicola. Entrambi protagonisti di uno scontro generazionale con la audace popstar dei tormentoni Due e Fari spenti. 

«Ieri avevamo Mina e la Vanoni, oggi emergono le cantanti che mostrano il c**o», lamentava via Corsera qualche giorno fa il brusco cantautore genovese. Elodie, mai citata, non l’aveva presa benissimo: «Ci sono artisti che hanno scritto capolavori, ma nella vita di tutti i giorni sono delle me**e, è così. Io preferisco essere una bella persona». 

E tanti saluti. A riprendere in mano la polemica ci ha pensato la Giorgi, che ospite di Myrta Merlino a Pomeriggio 5, su Canale 5, non è andata giù morbida: «Mi ha umiliata vederla dimenarsi tutta, seminuda, in televisione», attacca riferendosi alla cantante romana, che del suo corpo sinuoso dice sempre di volerne fare un’arma politica “femminista”. La difende Anna Pettinelli: «Vi ricordate l'ombelico di Raffaella Carrà? Anche lei usava il suo modo di ancheggiare. Adesso dobbiamo pensare male di una ragazza, che tra l’altro è una artista che canta bene, che riempie gli stadi, e dire che è discinta? Io non la trovo mai volgare». «Io sì - replica Eleonora -. Ed è così antico far finta che una gamba sia come un seno. Parliamo tanto di patriarcato, ma la vogliamo finire di alludere?». 

 

«Personalmente – conclude l’attrice, giovanissima sex-symbol in maliziose commedie anni 70 - non sento il bisogno oggi, nel 2020 di assistere al dimenarsi di fisici eccitanti, erotici, femminili, quando c’è un contenuto straordinario di potenza musicale, artistica. Non serve: è un di più».