Il caso

Paris Hilton affitta un utero: "Gravidanza, troppo stress". E le femministe non dicono una parola

Daniela Mastromattei

La maternità surrogata (da noi reato universale, perseguibile anche se commesso all’estero) è fortemente rivendicata dalle femministe di tutto il mondo che vogliono sentirsi libere di scegliere se trascorrere nove mesi col pancione mettendo a repentaglio carriera e dintorni, oppure affidarsi a una perfetta sconosciuta pronta ad affittare il proprio utero, dietro un lauto compenso. E incrementare così il mercato trasnazionale della genitorialità, dove quello che conta non è più il frutto dell’amore ma un contratto, ben stipulato per evitare ripensamenti da entrambe le parti. Lo sa bene Paris Hilton, l’ereditiera americana della catena di alberghi di lusso (per lei forse c’era una chilometrica fila sotto casa di donne disposte a prestare il proprio utero) che a sorpresa, senza rivelare nulla a nessuno, si è presentata il Giorno del Ringraziamento con la figlia London Marilyn Hilton Reum, appena partorita da una madre surrogata, promuovendo così l’altro figlio Phoenix di soli 10 mesi (anche lui avuto con lo stesso sistema) a fratello maggiore.

In una intervista al magazine Romper, la cantante e attrice ha rivelato perché ha tenuto nascosta la sua pianificazione familiare: «La mia vita è sempre stata pubblica. Non volevo che mio figlio venisse al mondo con un’energia negativa». Probabilmente temeva il giudizio dei parenti e quello dei fan: si sarebbe scatenata una tifoseria di favorevoli e contrari. «Sono davvero felice di fare questo viaggio insieme a Carter (Reum il marito sposato a novembre del 2021 ndr) senza che il mondo esterno si intromettesse». L’ereditiera di 42 anni, personaggio del mondo dello spettacolo, ha rivelato di aver sognato per tutta la vita di avere una figlia: «Ho sempre immaginato la mia mini-me, di metterle dei vestitini e di fare tutte le cose che potremmo fare insieme e di avere la mia piccola migliore amica». Nessuno ha avuto alcun sospetto: per entrambe le gravidanze ha chiesto l’aiuto esterno (una madre surrogata). Non c’era alcun segno di una dolce attesa...

 

 

Non ha dovuto indossare abiti premaman. Non ha dovuto rallentare i suoi impegni pubblici. Saranno felici le femministe che spingono per l’ectogenesi umana, ovvero la possibilità tecnologica della riproduzione al di fuori dell’organismo, poiché convinte che nel capitalismo neoliberale la gestazione e la maternità siano per molte donne incompatibili con il lavoro e gli studi. E rappresenterebbero una limitazione della libertà, oltre che essere il risultato di una cultura patriarcale e misogina. Ma la Hilton si difende: «Ho un forte disturbo da stress post-traumatico per quello che ho passato da adolescente». Dai suoi racconti emergono abusi sessuali e traumi medici subiti da adolescente in un collegio nello Utah. E sostiene di soffrire ancora quando entra «in uno studio medico», oppure se deve fare «un’iniezione, ho letteralmente un attacco di panico e non riesco a respirare. Sapevo che non sarebbe stato salutare per me o per il bambino, crescere dentro una persona con un’ansia così elevata». Adesso ammette di sentirsi completa come moglie e come mamma.

 

 

E confessa: «Prima guardavo le mie amiche che dicevano: “Oh, devo tornare a casa dai miei figli e da mio marito”, io mi sentivo una sfigata per non avere bimbi da accudire». Le sono bastati appena dieci mesi per far partorire a due donne diverse i suoi due figli, mentre lei continuava la sua vita tranquillamente senza scossoni, nessuna nausea, nessun problema legato alla gravidanza o al parto. Nessuna fatica. Comodo. Indubbiamente deve essere stata una impresa costosa, ma a lei il denaro non manca. Ha pure confidado di non essere in grado di cambiare i pannolini. Tanto c’è un esercito di tate a disposizione. Paris Hilton, con un passato da modella e oggi pure stilista e imprenditrice, conclude la sua intervista: «È così divertente. Non potrei essere più felice». Ci auguriamo che, al contrario di quanto avviene per i suoi look, non la copino anche nel modo in cui si fanno i figli.