Mutazioni

Elodie detesta i maschi? Soldi, ecco cosa c'è dietro davvero

Daniele Priori

Elodie si spoglia ma lo fa per politica. A Elodie i maschi eterosessuali non interessano più, almeno tra il pubblico. Perché preferisce le donne e la comunità lgbt+, nuove icone del “piace alla gente che piace”. Specie a quella sinistra al caviale, più Capalbio che Corviale. Eppure Elodie è romana de Roma e orgogliosamente borgatara. Un’icona che, se non si fosse prestata al politically correct a tutti i costi, poteva forse essere associata a icone capitoline come Anna Magnani o Gabriella Ferri. Invece no. Il suo progetto innovativo, con un nome che è tutto un programma: Red Light, luce rossa, lo ha presentato a Milano, zona urban, vicino alla stazione centrale, un po’ da ragazza della via Gluck, un po’ da vecchia fricchettona appassionata di mixtape, le audiocassette su cui si registravano le compilation pirata negli anni 80.

Andate a vedere il recente film Mixed by Erry per capire la potenza e la portata del fenomeno in quegli anni. Red Light, in questo senso, è un prodotto che per trovare una categoria ha dovuto inventare un neologismo: clubtape con due mondi, quello del clubbing e quello della discografia più indipendente che si possa immaginare, pronte a sposarsi sull’altare della sacerdotessa Elodie desnuda tra le sue sette nuove tracce, tutte mixate e senza soluzione di continuità. Profetessa di libertà vecchie con parole e formati nuovi. Guai, dunque, a impazzire troppo o ad alimentare appetiti sessuali su di lei, sebbene lei sia ormai una delle donne italiane considerate, non solo in Italia, vera icona di sensualità. Prima di approdare alla presentazione del suo nuovo progetto (talmente fuori dai canoni che non andrà nemmeno in classifica) aveva appena calcato la passerella de L’Oréal, alla settimana della moda parigina. Ovviamente mostrando le sue grazie con un lungo abito trasparente.

 

 

 

IL MANIFESTO

Tutto bene, insomma, purché - come detto - a sbavarle dietro non si facciano vedere torme di uomini innamorati delle donne. Troppo scontati, per una come lei, che peraltro il fidanzato ce l’ha già: il motociclista Andrea Iannone che le belle donne non se le fa certo mancare: prima Belen, ora Elodie. Che però dalla neopredicatrice in nude look dovrà subirsi chissà quali sermoni. Sulle donne, sui diritti, sul corpo come manifesto politico. Che in fondo poi, pure questo, è tutt’altro che innovativo. Facile tornare agli anni Settante ma, per paradosso, il famoso motto ricamato sulle camicie da notte delle italiane dell’Ottocento, primi Novecento: «Non lo fo per piacer mio ma per dare figli a Dio» cos’era se non un manifesto politico pure quello? Certamente clericale, sessuofobico ma innegabilmente e quanto mai sul corpo delle donne.

La novità di Elodie dov’è allora? Semplice. Politicamente non c’è. Di sinistra, femminista, legata a un politically correct che giorno dopo giorno, proprio sul corpo delle donne, sta diventando stantio e malvisto, soprattutto nel mondo del cinema che si sente intrappolato tra mille divieti. Almeno finché non arriva lei che dei diritti e quindi anche della liberazione del corpo femminile, è diventata un’eroina-madrina dei Pride lgbt, ovviamente. Eppure, proprio parlando di Elodie e nudi femminili, da aggiungere ci sarebbe molto. Anzitutto perché è facile fare manifesti politici con un corpo bello come quello di Elodie (ma anche con il sedere di Arisa, recentemente in evidenza sui social). La bellezza, infatti, appartiene prima di tutto all’arte. E non alla politica. Lo sa bene Elodie stessa, per cui non datele troppo retta. Che infatti a un uomo (oltre che al suo già citato fidanzato) si è concessa, artisticamente. Parliamo di Milo Manara, colui il quale sulla copertina del nuovo progetto musicale-clubtape, l’ha ritratta alla sua geniale maniera e, ovviamente, con un pugno chiuso. Segno di riscossa politica e artistica. Particolare che affranca il maetro Manara dal peccato originale di essere maschio. Almeno lui s’è salvato. Tutto il resto è (o dovrebbe essere) semplicemente musica.