Dolore

Mahmood, "se lo pensa cambi cognome": l'affondo del padre


I panni sporchi, in casa di Mahmood, si lavano in pubblico. Il rapper milanese di origine egiziana aveva conquistato il Festival di Sanremo del 2019 e il grandissimo successo di pubblico con la hit Soldi, un commovente, sentito "spaccato familiare" in cui non lesinava commenti sul rapporto, difficile, con il padre. Un argomento affrontato anche in un altro brano del suo canzoniere come Gioventù Bruciata. Ora torna sul tema Ahmed Mahmood, padre di Alessandro, che in una intervista al Quotidiano nazionale svela ulteriori dettagli sulla sua relazione difficile con il figlio.  

 

 

 

Oggi l'uomo ha 63 anni, lavora in un bar, vive con la sua quarta moglie e con sua figlia nel quartiere Corvetto, periferia sud di Milano, non troppo distante dalla vecchia casa di Mahmood. "Il messaggio che passa è quello di un padre che un giorno è sparito nel nulla, lasciandolo solo quando era un bambino e uscendo dalla sua vita - si difende -. Invece sono stato presente anche dopo la separazione con la mamma".

"Sono andato via di casa quando lui era piccolo, è vero - ammette Ahmed -, perché era finito il matrimonio con sua madre". Tuttavia il rapporto con il figlio, che all'epoca aveva solo 5 anni, è continuato: "Andavamo a mangiare fuori insieme, è anche venuto a casa mia quando vivevo a Trezzano sul Naviglio, ha preso in braccio la sua sorellina (che ho avuto da un’altra donna) che ora ha 11 anni e mezzo. La settimana prima che partecipasse al Festival di Sanremo siamo andati a fare insieme un aperitivo".

 

 

 

 

"Se lui davvero pensa che io l’abbia abbandonato e non vuole avere più a che fare con me - è il suo appello, doloroso, al cantante -, vorrei che cambiasse il suo cognome: non più Mahmoud. Non pretendo che cambi il suo nome d’arte ma quello reale". Alla richiesta del padre, il rapper avrebbe detto no. "Sto valutando se rivolgermi a un legale", contrattacca ora il padre, che si dice comunque contento per il successo del figlio: "Mi sono emozionato quando una volta, mentre eravamo fuori a cena e lui era già famoso, veniva avvicinato da ragazzi che gli chiedevano l’autografo". Resta l'amarezza per come il figlio lo ha dipinto nelle sue canzoni: "Ho sofferto. Come ho sofferto sentendo Soldi. Non è vero che pensavo solo ai soldi, anzi. Come se fossi interessato solo alle cose materiali. Io ho sempre voluto parlare con mio figlio e mi ritengo un uomo dalla mentalità aperta. L’ultima volta ci siamo sentiti via messaggio più di un anno fa, ma sempre superficialmente".