Fuga di massa

Elly Schlein battuta anche dalla sua imitazione: indimenticabile disastro in tv

Brunella Bolloli

La ragazza si farà, dicono i suoi sostenitori- da Carlo De Benedetti a Romano Prodi diamole tempo. E forse i due potenti sponsor di Elly Schlein avranno pure ragione nel voler aspettare prima di scaricare la loro pupilla. Ma in televisione il tempo è prezioso, corre veloce, e se mancano gli argomenti, o non sei abbastanza convincente, il telespettatore si annoia e cambia canale. Così, martedì sera, la ribalta che Rai3 ha offerto alla segretaria del Partito democratico per lanciare l’ennesimo appello al resto delle opposizioni, bacchettare il governo Meloni sul Pnrr e spiegare che la Regione Lazio commette «bullismo istituzionale» sul Gay Pride di sabato, è stata un mezzo flop e non lo diciamo noi ma i dati di ascolto forniti dagli analisti. Schlein a Cartabianca ha fatto il 5,2% di share, mentre su La7, a diMartedì, Pier Luigi Bersani ha fatto il 9%. E non è la sola nota clamorosa.

 


Per dire: meglio della segretaria Pd vestita dall’armocromista ha fatto Mauro Corona collegato da Erto con il solito look da montanaro rock: maglietta scura del Trento Film Festival su cui stavolta campeggiava la scritta “Motoseghe no Rolex”. E dire che il barbuto scrittore alpinista è un habitué di Cartabianca e stavolta ha intrattenuto «Bianchina» Berlinguer parlando delle sue imprese sulle rocce, della App sul meteo che non sa usare mentre i suoi figli sì e, commentando gli ultimi tragici fatti di sangue, degli uomini violenti che dopo una certa età non li puoi più cambiare, ha spiegato che «a 16,18 anni è troppo tardi, un uomo lo modifichi dai 3 ai 6 anni quando lo puoi plasmare come l’argilla». Corona ha parlato poi della «filosofia del rischio» e di molto altro e con il suo 8,8% di share ha segnato il picco ed è risultato più interessante della leader del secondo partito italiano che dichiarava: «Ascolto, ma nessun ritorno alla politica dei caminetti».

 

 


Quando alle 22 «Maurino» ha finito il suo spazio ed è arrivata Schlein, ecco la grande fuga dei telespettatori da Elly: ha perso in 3 minuti 3 punti di share e 650mila spettatori. Disastro. Ancora meglio della segretaria intervistata sulla tv di Stato ha fatto la concorrenza, su La7. Da Giovanni Floris, c’era infatti quella vecchia volpe di Bersani, il quale, con la consueta saggezza emiliana, ha commentato così la notizia dell’indagine a carico di Massimo D’Alema sulla compravendita delle armi alla Colombia: «Non dubito assolutamente della buona fede di Massimo D’Alema. Dico però che quando si maneggiano cose del genere, i siluri viaggiano. Sarebbe meglio starne alla larga...».

 

 


L’ex ministro ne ha avute anche per il governo di Giorgia Meloni sul Pnrr («fanno le vittime, gli underdog... Ma nella storia d’Italia nessun governo aveva 200 miliardi da spendere»), ha ironizzato sulle conferenze stampa della premier, ha avuto uno scambio animato con il direttore di Libero, Alessandro Sallusti, su quanto lavorano i sindacalisti che proclamano gli scioperi, ed è stato protagonista sia nella prima parte di diMartedì , incrociandosi per qualche minuto con la partecipazione della Schlein su Rai3, sia più avanti nel programma e sempre con lo stesso verdetto impietoso per Elly: 8-9% di lui contro il 5,2 di lei. Anche il blocco del talk di Floris, nel quale sono intervenuti vari ospiti, ha vinto la gara degli ascolti, per non parlare del momento ludico con l’imitazione che della segretaria hanno fatto Luca e Paolo con tanto di parrucca, tailleur rosso e sfottò sulla sconfitta alle ultime Amministrative: «Se perdiamo ancora voti diventiamo patrimonio dell’Unesco». E c’è anche la rivisitazione di “Tanta voglia di lei”, dei Pooh, diventata per l’occasione “Tanta voglia di Elly”, visto che al Nazareno stanno pensando di chiamare Chi l’ha visto per rintracciare la leader. Insomma, perfino i dati di ascolto decretano il momento non buono della Schlein, talmente palese che solo chi a sinistra «non vede la mucca nel corridoio» (metafora cult bersaniana) può dire che va tutto bene.