Scoppiettante
Enrico Ruggeri: "Se andava male, 150 all'anno". Sesso, rivelazione estrema
Un icona del rock italiano, Enrico Ruggeri. Uno sulla cresta dell'onda ormai da decenni, con 32 album alle spalle, più di 2mila concerto e oltre 4 milioni di dischi venduti (oltre a 11 partecipazioni al Festival di Sanremo conditi da due vittorie con Si può dare di più e Mistero).
Dunque, tempo di bilanci, pur senza fermarsi mai. E un bilancio lo traccia in un'intervista intima concessa al Corriere della Sera, in cui parla anche della sua militanza politica. Al centro del discorso gli anni Settanta, comunisti contro fascisti. "Ricordo una volta in tram, avevo un album di David Bowie, venni fermato da alcuni compagni che mi chiesero: perché ascolti quel fro*** qualunquista? In quegli anni la sinistra era omofoba, oggi non lo ricorda più nessuno, ma era così", sottolinea.
Presa di posizione per la quale gli fanno notare: "Vede che è di destra". E Ruggeri: "È una semplificazione frutto di un’analisi superficiale. Io vengo da un mondo nel quale c’era una dittatura, al liceo dominavano i comunisti, le Br erano i compagni che sbagliavano, stavo in una scuola dove assemblea e professori applaudirono l’uccisione di Calabresi, Gad Lerner e Giuliano Pisapia erano i più equilibrati. Le menti libere tendono a essere refrattarie alle imposizioni e io da allora mi sono battuto contro quella dittatura, pur condividendo certe battaglie considerate di sinistra", risponde con orgoglio.
Poi passaggi più pop. Aneddoti divertenti. Gli ricordano come fosse solito andare in giro con un pitone per fare colpo. E il rocker: "Appartengo a una generazione in cui dovevi essere diverso per rimorchiare, mentre oggi gli adolescenti sono tutti uguali; io ogni cento metri vedo uno che scambio per mio figlio. Allora invece il pensiero era diverso: devo fare qualcosa che non fa nessuno. Il pitone lo aveva Alice Cooper, Alex di Arancia Meccanica... E poi funzionava", ammette sornione. E le donne? A centinaia? "Quando diventi famoso le opportunità si moltiplicano in modo esponenziale. Ho passato stagioni in cui facevo 150 concerti all’anno e se andava male andavo via con una ragazza per sera. Se andava male...", conclude Enrico Ruggeri con una confessione davvero piccante.