pioggia di critiche
Luca Bizzarri, scivolone disastroso: "Dov'è Paestum"
Deve essere una sorta di riflesso condizionato dell’uomo di cultura e spettacolo de sinistra: come faccio a farmi notare anche oggi dal circolino di quelli che stanno dalla parte giusta? Negli ultimi mesi, all’affollata compagnia di giro da salotto, deve essere sembrato un segno del destino poter disporre di ben due bersagli fissi sui quali sparare tra i plausi entusiasti della claque politicamente corretta e progredita: il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano e il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Due carte franche da poter giocare all’occorrenza, quando ci si trova a corto di argomenti, assicurandosi una passerella mediatica gratuita. Così, Luca Bizzarri, il comico genovese del duo Luca e Paolo, questa volta, preso dalla frenesia di non perdere l’occasione, si deve essere fatto prendere la mano.
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Succede che nel sito campano di Paestum facciano delle nuove scoperte archeologiche. Il ministro Sangiuliano, come ovvio, se ne rallegra e su Twitter scrive: «Ogni scavo che riporta alla luce le testimonianze storiche del passato dimostra l’immensa ricchezza del patrimonio archeologico della nostra Nazione di cui c’è ancora molto da scoprire». Al comico militante non par vero: ha detto Nazione! Parola fascistissima che non piace punto a quelli che invece piacciono un sacco. Un po’ come “merito” che da quando è stata posta in testa al ministero dell’Istruzione è diventata parola odiatissima da contestare in ogni piazza e a ogni angolo di strada; guai a dire che qualsivoglia titolo, attribuzione o borsa di studio sia attribuita per merito, anche se dalla schiera degli arguti oppositori nessuno spiega con cosa si voglia sostituire il merito, se non, Dio ce ne scampi, con il privilegio, il diritto di sangue o di ceto... Comunque sia, Luca del duo Luca e Paolo parte al contrattacco con il suo feroce e progressistissimo cinguettio: «Quando ci vuoi mettere a tutti i costi “Nazione” anche quando non c’entra una mi***a». Notate la raffinatezza dell’insulto, parola sicula in bocca a un genovese, a proposito di contaminazioni culturali...
Il bizzarro commento del Bizzarri non piace a molti utenti della rete. In particolare, una donna replica: «Paestum non è in Italia? L’Italia non è la nostra nazione? Forse ti dà fastidio questa parola? Polemiche sciocche». Ed ecco che l’uomo di spettacolo sfodera la battuta che dovrebbe chiudere i giochi, oltre che la bocca dell’incauta interlocutrice: «Paestum, pensa, era in Grecia». Anche qui, notate la sapiente pausa introdotta dal “pensa”. Il punto è che, tutto preso dalla scelta di tempo, il comico ha sbagliato battuta.
Eh sì, perché Paestum non è mai stato in Grecia, ma in Magna Grecia, si tratta cioè di una delle numerose colonie greche che si stabilirono nell’Italia meridionale. Ma che, per l’appunto, fa parte del nostro Meridione con tutto quel portato di storia che dai greci ai romani, dai bizantini ai normanni, dai francesi agli spagnoli e a qualcun altro ancora, costituisce quella meraviglia agli occhi del mondo che va sotto il nome di Italia. Indiscutibilmente Italia. Del resto, faremmo sommessamente notare che, per esempio, nessuno si sognerebbe di rivendicare come Italia, che so, Londra o qualsiasi altra delle decine e decine di città fondate dai romani in Europa, Africa e Medio Oriente. Né crediamo che qualcuno dubiterebbe che New York sia parte degli Stati Uniti benché fondata dagli olandesi con il nome di Nuova Amsterdam.
Bizzarrie della storia e della geografia, vorremmo dire, sulle quali l’incauto battutista nella diuturna battaglia contro ogni passatismo nostalgico e nel meritorio (sia detto senza offesa) tentativo di rimarcare la propria visione progressista e futurista di Paese, giammai di nazione, rischia l’inciampo, lo scivolone, la minchiata, per dirla come quelli che parlano bene. Cosicché, se facessimo parte della sua ristretta cerchia di illuminati sodali, consiglieremmo a Luca Bizzarri affinché, da buon genovese, più che di Paestum, disquisisse, più agilmente e in tutta sicurezza, di pesto.