Prego?
Marco Damilano: "Studiano e si vaccinano, quindi...". Scandalo su Rai 3: cosa giustifica
E dire che è lo stesso Marco Damilano, nel corso della trasmissione, a ricordare che il palazzo dello Spin Time, in via di Santa Croce in Gerusalemme, nel quartiere romano dell’Esquilino, fa parte della lista dei 29 immobili oggetto di un’«occupazione illegale». E pertanto destinato a essere sgomberato, come disposto nell’aprile dello scorso anno dall’allora prefetto della Capitale, Matteo Piantedosi, ora ministro dell’Interno.
Poco male. Per il conduttore de Il Cavallo e la Torre, su RaiTre, quell’edificio di proprietà ex Inpdap e ora di un fondo privato (Investire Sgr), 17mila metri quadrati occupati dal 2013 dagli attivisti di Action in nome dell’emergenza abitativa e del diritto alla casa, rappresenta la dimostrazione che una «rinascita è possibile, un altro mondo è possibile, e forse un’altra umanità», come dice, un po’ enfaticamente, alla fine della puntata dedicata, venerdì sera, alla «storia di un’occupazione». Non una parola, però, per l’oltre milione di euro di Imu pagato dai proprietari in tutti questi anni a fronte di un bene di cui è stato impossibilie il godimento.
MODELLO DA SEGUIRE
Damilano, in un quarto d’ora scarso, sulla tv pubblica elogia il «modello di welfare integrato» realizzato dai 362 residenti di 26 nazionalità diverse - «un mischione di popoli, un modello di convivenza» - cui l’elemosiniere di Papa Francesco, il cardinale Konrad Krajewski, nel 2019 riattaccò la corrente elettrica.
È allora che il palazzo diventa un modello da difendere. Nel 2021 ispira un documentario di Sabina Guzzanti, nel novembre 2022 è oggetto di uno studio di Open Impact, una start up dell’università degli studi Bicocca di Milano, che non a caso Damilano cita per tratteggiare gli «scenari da avanguardia» che emergono dall’edificio.
Due numeri del rapporto, in particolare, colpiscono l’ex direttore dell’Espresso: quello della dispersione scolastica tra i residenti più giovani e quello dei vaccinati al Covid. «0% e 100%, il contrario del disordine che spesso si immagina», scandisce entusiasta il conduttore. Come se il fatto di frequentare le lezioni scolastiche e di aderire alla campagna vaccinale anti-Covid fossero due cause di giustificazione per l’occupazione degli edifici altrui.
Non un buon segnale per tutti gli altri alloggi occupati nella Capitale (Confedilizia li ha faticosamente censiti: sarebbero quasi 7mila per 92 stabili complessivi, di cui 66 ad uso abitativo. E in totale sarebbero quasi 12mila le persone che occupano uno spazio in maniera illegale). I ricercatori di Open Impact enfatizzano «l’alto tasso di istruzione degli adulti e lo 0% (zero!) di dispersione scolastica dei minori». Paragonando questi numeri con quanto accade nella regione Lazio, dove il tasso di dispersione scolastica si attesta al 10%. Peccato che le due platee siano diverse: presso lo Spin Time risultano presenti appena 92 minori, con gli under 10 che rappresentano un quarto dei residenti, mentre la maggior parte rientra nella fascia 36-65 anni, ben al di sopra della fascia interessata dal percorso scolastico. Nella Regione Lazio, invece, nell’anno scolastico 2021-2022 risultavano in totale 714.540 studenti (dall’infanzia alla scuola secondaria di secondo grado).
GUANTO DI VELLUTO
Damilano passa in rassegna gli appartamenti, il negozio per il restauro, i laboratori artistici, il teatro, per avvalorare la tesi - messa nero su bianco nello studio di Open Impact - che la soluzione al problema Spin Time vada trovata più in ambito politico che dal punto della sicurezza, con lo sgombero. Non a caso secondo il “piano casa” elaborato dal Comune di Roma, la parola chiave è «regolarizzazione»: l’edificio - insieme al Metropoliz di via Prenestina- sarebbe acquisito dal Campidoglio e poi oggetto di una sperimentazione di servizi a favore del territorio, come confermato da Andrea Catarci, assessore alle politiche del Personale, a Decentramento, Partecipazione e Servizi al territorio della Capitale (un passato da attivista nel centro sociale “La Strada”). In poche parole: gli occupanti resterebbero nell’immobile. Per il Pd, che all’interno del palazzo organizzò anche un paio di manifestazioni elettorali, sarebbe la quadratura del cerchio.