L'artista
Morgan in Rai, ci vuole coraggio: ecco cosa accadrà
StraMorgan doveva essere e StraMorgan è stato. Presentare le quattro seconde serate di RaiDue che dal 10 al 13 aprile prossimo vedranno Marco Castoldi, in arte Morgan, in coppia con Pino Strabioli, pontificare sulla storia del cantautorato italiano in quattro lezioni a mo’ di show televisivo, è stato, proprio come si immaginava, solo il contorno dell’altro spettacolo: quello un po’ dentro ma soprattutto fuori dal palco che da Morgan ormai ci aspetta sempre, inevitabilmente. Quasi come un fuori programma in realtà stavolta programmato. La Rai, infatti, un po’ al riparo si è messa. Le quattro puntate sono state registrate, evitando così almeno il rischio di un altro Bugo-show in diretta. Sebbene stavolta sia stato proprio lui a mettere, almeno inizialmente, le mani avanti, prima di perdere nuovamente la pazienza a tempo di record.
IL RIBELLE
«Io non sono un ribelle e non è vero che voglio fare un casino. Ringrazio la Rai per avermi dato fiducia. Negli anni ho proposto tanti progetti che però non mi sono mai stati accettati anche a causa dell’idea che si era creata di me». Questo perché la sua immagine «non ispirava fiducia» sebbene lui (ecco la prima siringa velenosa) non ci si riconosca in quanto sarebbe stata «costruita dai giornalisti, che spesso scrivono solo perché qualche direttore di testata dice loro di travisare il contenuto di alcune interviste». Figurarsi. Le domande, dunque. Scomode e quasi mai alleate della verità di Morgan. Si va dritti e praticamente subito a Sanremo. Se le quattro serate di StraMorgan rappresenteranno, infatti, la sfida da vincere, sai mai che il capitolo due del ritorno del “genio prodigo” potrebbe essere proprio una nuova possibilità per lui anche sul palco dell’Ariston? Con buona pace del povero Amadeus. «Io non ho chiesto a nessuno di farlo, ho solo detto che, se la Rai in futuro me lo avesse proposto, avrei accettato perché non ho assolutamente rivali». Ipse dixit.
D’altra parte, a ben vedere, secondo il verbo morganiano neppure quello di StraMorgan dovrebbe essere considerato un grande ritorno ma «una chance che con la Rai ci siamo dati a vicenda, non soltanto per me ma per molti. Anche per Strabioli che ha detto di aver ritrovato il gusto nel fare le cose divertendosi. E forse è anche una chance per la Rai che, con la produzione del programma totalmente interna, ha dimostrato di essere una grande azienda» ha sentenziato l’artista.
TUTTO IN CASA
Lo show è stato infatti girato nel centro di produzione Rai di Torino con maestranze esclusivamente in forza alla tv di Stato. Negli intenti degli autori dovrà essere una sorta di viaggio nella musica italiana e non solo, partendo da quattro grandi nomi quali Modugno, Bindi, Battiato e Battisti, con “contaminazioni” in ambito internazionale (Elvis Presley per Modugno, Freddy Mercury per Bindi, Brian Eno per Battiato e David Bowie per Battisti). Artisti immortalati graficamente in un Monte Rushmore ricostruito in studio e a loro dedicato. Una chance anche per il pubblico «che avrà voglia di capire» e ringraziando chi, come gli ospiti che si avvicenderanno: Vinicio Capossela, Paolo Rossi, Gino Paoli, Giovanni Caccamo, Dolcenera, Tony Hadley degli Spandau Ballet, Chiara Galiazzo «vuole cambiare le cose». Meno quelli che si sono sottratti, evidentemente «non pronti all’autenticità nel fare musica», tipo Madame e Marco Mengoni. Ma se per il suo ex pupillo Morgan spende parole dolci, «è un piezz’e core», su Madame affila ancora la lama: «Se la dev’essere presa perché ho detto che se la tirava. Ma forse, visto che non è venuta (anche su questo ndr) avevo ragione». Ora l’ultima parola sarà quella dello share che parla in percentuale. Sempre ammesso che l’indice abbia voglia di capire.