A tu per tu
Barbara D'Urso, le confessioni: "Meloni fuoriclasse. E alla Schlein..."
«Sono una tassinara a teatro, nella vita e anche nelle interviste. Sono di pancia e me ne frego del politically correct. Parlo direttamente alla gente e i politici sono contenti di venire ospiti nelle mie trasmissioni». A parlare è Barbara d’Urso, mattatrice dei pomeriggi televisivi di Canale 5 e ora, dal giorno di San Valentino di quest’anno, tornata anche in scena a teatro grazie alla prima versione al femminile di Taxi a due piazze, commedia scritta da Ray Cooney, portata in Italia da Jhonny Dorelli e ora adattata da Chiara Noschese che, interprete principale delle girandole amorose, ha voluto una donna con due mariti. A fianco della d’Urso c’è Rosalia Porcaro e poi, nei ruoli di mariti e amanti vari, Franco Oppini e Giampaolo Gambi. Senza spoilerare troppo, lo spettacolo ha già fatto tutti sold out al Teatro Nazionale di Milano e tornerà in scena nel mese di marzo a Montecatini, Cassano Magnago, Alessandria, Bari e Bologna, quindi in aprile a Verona e Bellinzona.
Barbara com’è stato tornare a teatro dopo 15 anni?
«Stupendo. Non mi aspettavo un successo così grande di gente, di pubblico che ride e applaude continuamente. Una soddisfazione che mi riempie il famoso cuore. Era un po’ un rischio. Si tratta di una piece portata in scena per anni e anni dall’inarrivabile Jhonny Dorelli, protagonista maschile con due mogli. È stata riscritta completamente. Al Teatro Nazionale abbiamo avuto più di mille spettatori per ogni replica che ridevano così tanto da interromperci per una cinquantina di volte, costringendo noi in scena a fermarci per le risate e gli applausi. E allora dici: vabbè ho vinto».
Lei è la protagonista di questo adattamento al femminile di una commedia degli equivoci. Ma secondo lei è davvero possibile innamorarsi di due uomini? E a lei è mai capitato?
«È possibile. Non fa parte del mio modo di vivere. Non riuscirei mai a innamorarmi di due persone né stare con un uomo che è innamorato di due persone. Però comprendo che è possibile. D’altra parte il messaggio che lancia questa commedia è che non bisogna mai giudicare. Lasciare le persone di essere libere di essere come sono. Peraltro nella piece originale Jhonny Dorelli, tassista bugiardo, per salvarsi faceva finta di essere gay. Qui torniamo anche alle mie battaglie. Negli anni 80-90 il gay era rappresentato come una macchietta con le mossettine. Facendola al contrario la protagonista deve far finta di essere lesbica. Non è facile rappresentare questo in una farsa senza essere politicamente scorretti. Noi lo facciamo fingendo di essere... farfalle, senza fare macchiette. Sarebbe stato facile ma anche orrendo far finta di essere camioniste. Noi facciamo ridere lanciando anche un messaggio di libertà e rispetto. Ognuno può avere un proprio pensiero ma non può giudicare».
Nella commedia c’è una bella complicità al femminile con Rosalia Porcaro. Invece nel mondo dello spettacolo sembra proprio che tra primedonne, anche della tv, sia impossibile andare d’accordo. È solo gossip o qualcosa di vero c’è?
«Non lo so. Io stimo tutti e tutte. Ci sono alcune persone che stimo molto, altre che stimo moltissimo. Ma in generale nella mia vita frequento persone diverse. Dall’architetto al meccanico. Tendo a non occuparmi di chi fa il mio stesso mestiere...».
Il ritorno a teatro è una scelta che è nata da quel po’ di tempo libero in più, soprattutto nel fine settimana. Non le manca proprio la domenica in tv?
«In questo momento faccio talmente tante cose che non mi manca. Sono serena e sto bene come sto. Ho una trasmissione che tutti i pomeriggi fa ascolti pazzeschi. Anche durante la settimana di Sanremo il pubblico è rimasto incollato a Pomeriggio 5. A teatro volevo tornare da tantissimo tempo. Chi calca il palcoscenico ha un’adrenalina completamente diversa da chi fa televisione. A fine spettacolo ci sono sempre 80/100 persone che mi aspettano anche sotto la pioggia. Lì capisci, vedi, senti la gente. La mia vita è così, non mi fermo mai. Ora c’è anche il podcast Amiche mie, il MetaDurso (esperimento metatelevisivo in realtà aumentata ndr). Chissà cos’altro potrebbe succedere con me. Sono una donna che riserva sorprese continue...».
Tornando in taxi... Milano è la sua città d’adozione, Napoli quella in cui è nata. Se potesse scegliere in quale delle due piazze vorrebbe fare la tassista?
«Napoli perché è la mia città. Ma anche Milano perché c’è meno traffico. Soffrirei di meno». (sorride)
Quando fa le sue mitiche d’Urso-interviste anche ai politici, si ispira più a Gruber-Floris-Mentana o al tassinaro Alberto Sordi?
«Sono più tassinara... Nella vita e anche nelle interviste. Non sono niente rispetto a chi fa i talk politici, loro hanno professionalità eccezionali. Io sono più di pancia. Parlo alla gente comune, alle famiglie. Come ho fatto sempre anche intervistando i politici. I politici, va detto, sono contenti di venire da me. Ne sono orgogliosa».
C’è un’intervista, un caso, una storia che tratterebbe in maniera del tutto diversa da come ha fatto?
«Sinceramente no. Non ho rimpianti su niente».
Giorgia Meloni l’ha intervistata in più occasioni. Come la giudica da premier?
«Giorgia Meloni è una fuoriclasse, una ragazza che si è fatta dal nulla, venuta dalla Garbatella, ha sempre fatto politica ed è rimasta finora coerente con se stessa e le sue idee. Certamente la strada è lunga e vedremo cosa accadrà. In ogni caso, a prescindere dalla parte politica, posso dirle che sono felice di avere un presidente del Consiglio donna. Lo trovo un grande passo avanti per l’Italia».
E sulla nuova leader Pd Elly Schlein ha un pensiero?
«Mi interesserebbe molto intervistarla come ho fatto con tutti gli altri. Anche e soprattutto perché vicina ai temi civili per i quali combatto da anni. Colgo già da qui l’occasione per invitarla non appena, a breve, riprenderemo le interviste politiche a Pomeriggio 5».
Mara Maionchi ha sdoganato la parola “vecchia” facendola diventare protagonista anche nel mondo dello spettacolo. Secondo lei c’è un’età in cui si diventa vecchi?
«Per me esistono solo la giovinezza e la vecchiaia di testa. La vecchiaia è solo mentale. Non considero la giovinezza e la vecchiaia fisica, la trovo marginale rispetto a quella mentale. Possono esserci persone di 105 anni mentalmente più giovani di altre che di anni ne hanno solo trenta...».