Lo vuole il Cav
Michele Santoro a Mediaset, da Del Debbio quelle voci di corridoio...
Michele Santoro di ritorno a Mediaset? Nessuna conferma, ma neppure nessuna smentita dalle parti degli studi di Cologno Monzese, dove i talk del Biscione prendono forma ogni giorno. Le parole rilasciate alla stampa dal sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi certificherebbero di fatto una sorta di armistizio tra il Cav e l’ex ideatore e conduttore di Samarcanda. «Un pensiero trasversale come quello di Santoro potrebbe essere utile alla lettura del conflitto russo ucraino», ha dichiarato il critico d’arte, cogliendo di sorpresa i lavoratori dell’azienda che al momento tace, almeno per i canali ufficiali, anche se è innegabile che nei corridoi se ne stia parlando. Sarebbe di fatto una sorta di controeditto russo-ucraino che, dopo oltre vent’anni, andrebbe ad annullare definitivamente il famoso editto bulgaro.
EQUILIBRI POLITICI
Anche se c’è da dire che rispetto al quale però, va detto, in pochi ricordano che Michele Santoro a Mediaset ha già lavorato alla fine degli anni Novanta, curando uno spazio tra talk e approfondimento che si chiamava Moby Dick e andò a impreziosire i giovedì sera di Italia1. Di giovedì in prima serata, oggi e ormai da cinque stagioni, va in onda su Rete 4, Dritto e Rovescio condotto da Paolo Del Debbio che ci racconta di aver parlato con la sua redazione di questa notizia che però a Cologno, ribadisce, è arrivata solo a mezzo stampa, giornali e agenzie. Come un fulmine a ciel sereno che, tuttavia- pare sia opinione di molti - dovrebbe avere a che fare più con gli equilibri politici dentro Forza Italia che non con questioni aziendali.
Si trincera invece dietro un «no comment» il conduttore di Fuori dal coro, Mario Giordano. «Partendo dal presupposto che chi lavora a Mediaset non lo decidono certo i conduttori», scherza Nicola Porro, conduttore di Quarta Repubblica, talk della prima serata del lunedì di Rete 4, sull’ipotesi Santoro sembra dire: perché no? «Parliamo di un grandissimo giornalista che peraltro, dopo la sua esperienza degli anni Novanta, più di recente l’ho riportato proprio io a Mediaset, ospite di Quarta Repubblica dove ebbe modo di parlare di vaccini e guerra anche con posizioni eterodosse. Volevo riportarlo anche lunedì scorso per raccontarci la sua maratona antimafia con Costanzo ma non siamo riusciti», ci racconta sempre Porro.
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NELLA MORSA
Come pure Paolo Liguori, direttore editoriale di TgCom24, non avrebbe certamente alcun problema a dare un microfono a Michele Santoro «così come do voce ad altri giornalisti italiani che non possono più lavorare in Donbass. Il problema di questo conflitto è che ci troviamo stretti nella morsa tra un invasore e un invasato», ci dice riferendosi ai due contendenti Putin e Zelensky. «Sgarbi è una persona sensibile e deve aver capito quanto può essere grave il pensiero unico se arriva in qualche modo a colpire anche Silvio Berlusconi le cui parole peraltro rispecchiano la linea di Papa Francesco. Mi chiedo come si possa non essere d’accordo», conclude Liguori. Neppure Santoro da parte sua per ora commenta, preso com’è dalla presentazione della nuova app di Servizio Pubblico, il suo storico format, tornato già qualche anno fa per una serata evento su La7 in diretta dalle piazze: «Oggi ripartiamo con zero euro». Un motivo in più per sperare che la suggestione di Sgarbi si trasformi in realtà. O meglio: in un nuovo Annozero.