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Maurizio Costanzo, un patrimonio incredibile: chi si prende l'eredità

Roberto Tortora
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Ora che Maurizio Costanzo non c’è più, chi si becca il "malloppo"? Inevitabilmente, infatti, le questioni pratiche e più spinose incombono, una su tutte: la sua eredità. Il patrimonio del giornalista, che ha cominciato a lavorare nel 1956 come cronista del quotidiano romano Paese Sera e, praticamente, non si è più fermato, ammonterebbe a circa 70 milioni di euro. Non solo le royalties e i diritti d’autore sulle sue opere, tra cui i testi per Mino Reitano, Alex Britti e Andrea Bocelli e il celebre brano Se Telefonando composto nel 1966 e reso immortale dalla voce di Mina, ma anche ville e appartamenti vari, tra cui due di 150mq l’uno a Roma, nel quartiere Prati. Di questi, uno in usufrutto intestato a Costanzo (è un attico del condominio in via Poma, tristemente noto per l‘omicidio di Simonetta Cesaroni nel 1990) e l’altro, una nuda proprietà, intestata a Maria De Filippi. E proprio la moglie, insieme ai figli Saverio, Camilla e Gabriele saranno i beneficiari dell’eredità del giornalista.

 

 

 

Alle case romane, poi, si aggiungono alcune proprietà nella campagna toscana, tra cui una casa alle Terme di Saturnia, in provincia di Grosseto e la tenuta estiva di Ansedonia. Quest’ultima, una villa enorme all’Argentario e, come se non bastasse, un’altra proprietà nella vicina Poderi di Sotto. Insomma, un conquibus notevole, che dovrebbe spettare ora ai figli avuti con la sua seconda moglie, la giornalista Flaminia Morandi, cioè Saverio e Camilla. Insomma, se il resto è vita, come era solito accomiatarsi proprio Costanzo al termine di Bontà Loro prima e Maurizio Costanzo Show poi, di sicuro sarà una vita agiata.

 

 

 

Proprio la primogenita Camilla, ormai 50enne, ha scritto una lettera dolcissima al padre, che ha letto durante i funerali e di cui riportiamo il testo: "Ciao Papino l’ondata di amore dalla quale siamo stati sommersi è merito del bene che in questi anni hai dato a tantissime persone. Non hai idea, o forse ce l’hai perché ci guardi da lassù, della gratitudine dalla quale siamo stati investiti. Hai avuto molto più di tre figli. In tanti per loro sei stato padre, maestro, guida. Hai cambiato destini, intuito talenti, incoraggiato e spronato. Abbiamo consolato persone in lacrime, più attonite di noi nel sapere che non c’eri più. A noi figli lasci un’eredità importante, il tuo più grande insegnamento, l’umiltà. Avevi l’anima di un ragazzo che scriveva a Montanelli, e ti stupivi se un giornale ti chiedeva una collaborazione. Non avresti immaginato una così grande dimostrazione d’affetto. E già ci sembra di sentirci mentre dici “Tutto questo per me”. Ora sei vicino ai tuoi genitori, per mano a Sordi e Gassman. E a tutti quelli che se ne sono andati prima di te, e che non hai mai smesso di rimpiangere. Ti immaginiamo in Paradiso mentre organizzi un talk show. Continuerai a vivere in tutti noi e nulla di ciò che abbiamo imparato da te andrà perduto, è una promessa. Ti vogliamo bene papi”.

 

 

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