Mario Maffucci
Adriano Celentano? "I suoi silenzi una finta": la bomba che cambia tutto
Tempo di confessioni per Mario Maffucci, giornalista, autore e dirigente televisivo, per anno dietro le quinte del Festival di Sanremo, la cui edizione 2023 sta per iniziare. Maffucci si confida in una lunga intervisdta al Fatto Quotidiano, dove si sbottona, e parecchio, anche su Adriano Celentano, il Molleggiato.
Maffucci ricorda: "Ero il responsabile del Fantastico con Adriano Celentano alla conduzione". E ancora: "Va inquadrato il contesto politico: il governo si stava avvicinando al voto sulla legge Mammì, la peggiore mai promossa in tema televisivo; il problema era quello di non arrivare deboli a quel voto, altrimenti rischiavamo di venir ancor più penalizzati; tutto questo l’ho capito dopo, allora non mi era chiaro di stare al centro di una partita politica così complessa".
Dunque gli ricordano: "Con Pippo Baudo passato da Berlusconi". E lui: "Non solo Pippo, anche Raffaella Carrà ed Enrica Bonaccorti. E con un grande errore: quella campagna acquisti dava per scontato che la tv dipendesse solo dai personaggi, mentre la storia ha spiegato che il contesto è fondamentale". Ma si diceva, Celentano? "Senza quei tre ci siamo trovati in difficoltà, per questo mi sono alzato e ho proposto Adriano: era un super big, campione d’incassi al cinema e nella musica; avevo sottovalutato un dato: Adriano non aveva mai testato i meccanismi della diretta televisiva".
"Per preparalo - riprende - passo nove mesi per lui. Arriviamo al debutto televisivo e parte con un ritmo straordinario: canta e balla per circa venti minuti, carichissimo, volteggia sul paco delle Vittorie, fino a quando, dalla galleria, un pazzo gli urla Sei grandeeeeee. Celentano si deconcentra, si ferma, io dietro le telecamere cercavo di sbloccarlo, di spronarlo, ma niente, e allora ho chiamato la pubblicità". Insomma, i celebri silenzi di Celentano. E Maffucci aggiunge: "Durante gli spot recupero qualcosa, ma lui era totalmente scarico. Finisce la puntata e nel salutarlo profetizzo: Secondo me sarà un flop. Adriano resta in silenzio, poi replica: “Non lo so, dammi tutta la puntata, la studio e ne riparliamo lunedì”. Lo assecondo; esco dal Delle Vittorie, vado a cena da Paola Sturchio, al tempo uno dei salotti romani più in voga, e lì trovo tutto il mondo dello spettacolo; (sorride) quel mondo è solidale, carico di amicizia e condivisione, ma quando uno di loro fa flop, stappano lo champagne.
Ma non è finita: "In quella villa ho trovo la baraonda, e siccome rappresentavo il flop, vengo preso di mira. E solo tre persone mi difendono: il marito della padrona di casa, Giuliano Ferrara e un senatore Radicale. Vado a letto. Alle dieci del mattino squilla il telefono: era Mario Agnes (allora direttore generale della Rai, ndr)". Maffucci rivela di come fosse preoccupato, "invece il suo tono era altro: Non è come pensi, lavoraci sopra e sarà un successo. Direttore, ma cosa è accaduto?. “Ho parlato con Ciriaco De Mita e secondo lui il silenzio di Celentano verrà interpretato come un atteggiamento critico e radicale di un uomo di spettacolo contro il consumismo della televisione”. Una lettura geniale", conclude Maffucci. Insomma, i silenzi di Celentano? Solo una finta, una perfetta mossa strategica...