Nel mirino
Sanremo 2023, sicurezza rafforzata e "rischio serio": allarme-Pippo Baudo
Il dibattito sul 41 bis e gli anarchici rischia di travolgere anche Sanremo. Lo dice chiaro e tondo Pippo Baudo, che di festival della musica ne ha condotti ben tre. "Questa del rischio dell’arrivo delle proteste degli anarchici a Sanremo è una cosa seria. Ma io sono fiducioso. Credo che il festival abbia i suoi anticorpi. L’organizzazione e la sicurezza è una macchina complessa ma molto rodata".
Gli allarmi e gli attentati che in questi giorni hanno colpito l'Europa intera, stanno preoccupando Amadeus e la kermesse musicale. Non a caso le cronache di un’allerta anarchici sul festival, ha costretto la Rai a fare ricorso a dispositivi di sicurezza rinforzati. Il timore è chiaro: le proteste per il caso Cospito possano spostarsi nella città dei fiori in cerca dei riflettori. "Il festival ne ha viste tante nei suoi 73 anni di storia", ammette Baudo ricordando le diverse incursioni dell’attualità nella kermesse canora. "Quello che ricordo come il momento di maggiore tensione è sicuramente la protesta dei metalmeccanici del 1984".
Correva il lontano 1984, anno in cui lo stabilimento genovese Italsider di Cornigliano era a rischio chiusura. Così duemila operai arrivarono a Sanremo da vagoni speciali in coda al treno Roma-Ventimiglia, pullman e colonne di auto. Dopo aver gridato slogan con tanto di elmetto giallo indosso di fronte al cordone di polizia, gli operai si erano presentati davanti all’Ariston. A intervenire ci pensò Baudo. Il conduttore andò a incontrarli e condusse una delegazione di sei rappresentanti sul palco, a capo Claudio Peirassi. Salita la delegazione lesse un documento. "Per fortuna - conclude oggi - andò tutto bene. Ma la decisione non fu facile da prendere. Le responsabilità in gioco erano tante".