La polemica
Sanremo 2023, Zelensky finisce in Cda Rai: scoppia il caos
L’intervento di Volodymyr Zelensky al Festival di Sanremo 2023 è diventato un caso nazionale. Addirittura è finito in Cda Rai: durante la riunione di lunedì 30 gennaio il consigliere Laganà ha chiesto chiarimenti sul fatto che su Zelensky non c’era stata alcuna informativa interna prima che il caso dilagasse sulla stampa e sui social. Carlo Fuortes in qualità di ad Rai ha risposto che l’intervento del presidente ucraino avverrà con un videomessaggio registrato.
Ciò significa che i dirigenti coinvolti - a partire da Stefano Coletta, direttore dell’intrattenimento in prime time - avranno tutto il tempo di visionare l’intervento di Zelensky: nel caso in cui dovessero emergere criticità, il messaggio verrebbe sottoposto all’attenzione anche dell’amministratore delegato Rai prima di essere approvato. Sembra quindi altamente improbabile che la presenza di Zelensky a Sanremo salti, anche perché così si rischierebbe di provocare un clamoroso incidente diplomatico. Piuttosto a rischiare potrebbe essere Fuortes, che sta subendo diverse pressioni politiche.
Ad esempio, Matteo Salvini sta continuando a sottolineare la sua contrarietà all’intervento del presidente ucraino, ritenendolo non opportuno in una manifestazione come Sanremo. “Pensavo di auto-invitarmi per cantare due canzoni - ha scherzato il segretario della Lega - non è con un’apparizione a Sanremo che si mette fine a questa guerra”. Stesso all’interno del centrodestra ci sono però pareri discordanti, come quello di Maurizio Lupi, secondo cui “dare voce a Zelensky è un bene, per ricordare che c’è un popolo aggredito che lotta per la propria libertà e indipendenza”.