Il cantante

Al Bano: "Zelensky a Sanremo? Qual è la verità"

"Il conflitto rende tutti noi impotenti: che fare di concreto? Non so quali temi Zelensky affronterà, ma se sta trattando l’idea di fare la pace, la sua presenza è un bene per tutti". Al Bano, in una intervista a Il Corriere della Sera, interviene sulle polemiche nate intorno al video messaggio del presidente ucraino che verrà ospitato nella finale del Festival di Sanremo e sottolinea che le incursioni dell’attualità sono stata una costante nel festival: "Ricordo il 1984, duemila operai protestavano per la possibile chiusura di uno stabilimento Italsider. Pippo Baudo fu molto intelligente e nonostante l’accusa di abuso di potere fece salire sul palco una delegazione di metalmeccanici - miei ex colleghi, io ho lavorato alla Innocenti. Non dimentichiamo che a Sanremo è andato anche il grande Gorbaciov. Il Festival è questo: un fatto sociale, non solo canzoni".

 

 

Albano Carrisi annuncia anche che in Russia "non tornerò finché non finisce questo periodo nero". "Io sono sempre stato accolto benissimo in Russia, non ero l’unico a pensare bene di Putin, per come l’ho conosciuto non potevo che parlarne bene", spiega il cantante. "Quando mi hanno bannato, mi sono rivolto all’ambasciata ucraina, ho spiegato le mie ragioni, le hanno accettate e hanno cancellato quell’azione contro di me: non la meritavo". Tanto che Al Bano ha ospitato dei profughi ucraini a casa sua: "Sono stati qui quasi un anno. Un ragazzo è stato adottato da una famiglia americana; una mamma e suo figlio sono voluti ritornare a Sumy, la città da cui erano arrivati; e un altro ragazzo è rimasto qui in Puglia ma per ordine del giudice ha dovuto frequentare una casa famiglia: la stanza per lui è sempre aperta". Ora a Putin Al Bano direbbe "di chiudere le porte della guerra e aprire le porte della pace, così facendo si becca il titolo di nuovo Hitler".