Deliri su Lady Oscar
Cristina D'Avena da FdI? Linciata da Repubblica: "C'entra l'onore"
Non solo i social, che troppo spesso e ben poco volentieri si trasformano in una sorta di discarica a cielo aperto: ora al linciaggio di Cristina D'Avena concorre anche Repubblica. Già, la cantante deve essere "randellata" per aver osato partecipare alla festa per i dieci anni di Fratelli d'Italia, l'odiatissimo partito del premier, Giorgia Meloni, odiatissimo da Repubblica e compagnia cantante.
Bene, ecco che ora sull'edizione online del quotidiano della sinistra fa capolino un articolo firmato Chiara Valerio dal titolo: "L'onore di Lady Oscar". Già, nel mirino Lady Oscar per il fatto che la D'Avena ha affermato essere "simbolo dell'amore universale". Tutt'altro, per i compagni di Repubblica.
Si legge infatti che: "Oscar Françoise de Jarjayes viene educata come un uomo, meglio un soldato, meglio ancora un ufficiale. Tira di spada, indossa i pantaloni. A soli quindici anni, nel 1770, è comandante della Guardia Reale. Portamento eretto, allure bionda, uniforme bianca. Il suo attendente è André Grandier, nipote della governante di casa, amico fidato e sua ombra, portamento eretto e allure bruna, come a un’ombra si addice. Per Oscar, André è un privilegio dovuto alla classe sociale. Per André, Oscar è l’amore della vita. In realtà, a quindici anni dal giuramento del generale Jarjayes – avere un figlio maschio al quale passare carica, poteri e possedimenti, – tutti i personaggi di questa storia – e più di tutti, l’altra protagonista, Maria Antonietta Giuseppa Giovanna di Asburgo Lorena – hanno giurato qualcosa a qualcuno. E in base a quel giuramento agiscono".
Apriti cielo. Secondo Repubblica infatti "il mondo nel quale si trovano a vivere è strutturato in convenzioni e divieti tanto che nessuno di loro ha davvero possibilità di scelta". E ancora, si parla di "universo deterministico, gli uomini indossano i pantaloni, vanno a cavallo, hanno amanti della loro medesima classe sociale o di altre classi sociali, le donne indossano le gonne, vanno a cavallo, hanno amanti della loro medesima classe sociale o di altre classi sociali, i matrimoni sono un’altra faccenda". Una sorta d'inferno, insomma.
Arriviamo alla solenne conclusione, e ovviamente il "solenne" è assai ironico: "In Lady Oscar tutti rinunciano all’amore felice. O perché non lo vedono, o perché è troppo tardi, o perché è troppo e basta. Che c’entra Lady Oscar con l’amore universale? Niente. C’entra con l’onore che è una delle parole che abbiamo lasciato alla destra". Insomma, cara Cristina D'Avena, così proprio non si fa. Almeno per i compagni di Repubblica.