Nel mirino
Cristina D'Avena linciata: "Fascista. Sono sempre quelli come te che..."
La storia di Cristina d'Avena è quella di un'icona suo malgrado. La regina delle sigle dei cartoni animati che hanno riempito i pomeriggi di intere generazioni è finita al centro della polemica sui social per la sua partecipazione alla festa romana di Fratelli d'Italia. Pur avendo un background intergenerazionale proprio grazie alla sua carriera, è infatti diventata negli anni un'icona della comunità LGBTQ+. Non certo a sua insaputa, per carità (è stata spesso ospite agli eventi arcobaleno come il Pride di Padova). Ma evidentemente la sua disponibilità e la voglia di partecipare ad eventi a prescindere dal tono, dal colore politico o dallo sfondo sociale, l'ha intrappolata in una prigione ideologica.
Dopo l'uscita del programma ufficiale dell'evento che celebra i 10 anni dalla nascita del partito che Giorgia Meloni ha fondato il 21 dicembre 2012 con l'uscita dal Popolo delle libertà, su Twitter l'hashtag "Cristina D'Avena" è subito salito fra le tendenze, fra insulti, commenti velenosi, stupore e delusione tra i molti che avevano visto nella cantante una paladina dei diritti civili. Dunque, per il popolo del web la scelta di cantare ad un evento politico di segno opposto a quello di gran parte della sua fanbase queer, viene vissuto come una presa di posizione inaspettata o un gesto di incoerenza rispetto alle sue scelte passate. Che evidentemente in molti non capiscono essere di carattere professionale.
LA SCELTA
Cristina D'Avena era già al centro dell'attenzione proprio in queste ore per aver appena pubblicato il nuovo album di duetti con cui celebra i 40 anni di carriera. Una carriera così coinvolgente da poter essere assolutamente bipartisan. Ciò non toglie che la D'Avena possa avere voglia, piacere o ritorno commerciale (proprio vista l'uscita del suo disco) a partecipare ad un evento organizzato da chiunque. FdI compreso. Anzi, come ha raccontato al Foglio Clarissa D'Avena, sorella e manager della cantante: «Cristina ha una forte simpatia per Giorgia Meloni». E in passato, la stessa D'Avena aveva dichiarato che le sarebbe piaciuto cantare insieme all'attuale premier.
In che modo questo possa compromettere la sua immagine artistica lo sa solo la sinistra. Tra l'altro, sul palco, nella serata di oggi che apre l'evento, sarà accompagnata dal vignettista Federico Palmaroli (le più belle frasi di Osho), in quella che gli organizzatori dell'evento di Fratelli d'Italia definiscono una serata di "svago". Il responsabile organizzativo del partito Giovanni Donzelli lo aveva dichiarato già giorni fa: questo decennale romano (termina sabato) «non è un momento di confronto con gli altri, i momenti di confronto li rimandiamo ad Atreju», la storica kermesse estiva che quest' anno non si è tenuta per via della campagna elettorale. E ha aggiunto: «Abbiamo deciso di parlare poco di noi, del partito. Vogliamo festeggiare parlando degli italiani. Sono solo i primi dieci anni e poi proseguiremo per i prossimi decenni».
In piazza del Popolo, quindi, sono attesi tutti, davvero tutti. E anche a giudicare dalla stessa conformazione sbirciata da Libero durante l'allestimento, sarà divisa in due, con una parte dedicata ad un villaggio natalizio, con stand di solidarietà e mercatino di Natale, il presepe vivente e le attività per i bambini. Spazi che viste le festività potranno interessare chiunque.
I DIBATTITI
Nell'altra parte invece, sotto una tensostruttura, si svolgeranno i dibattiti politici, cui prenderà parte tutto il governo e tutta la maggioranza di centrodestra (sabato, alle 17.30 la chiusura sarà affidata a Meloni, dopo i videomessaggi di Matteo Salvini e Silvio Berlusconi). In parallelo agli spazi di dibattito (a cui prenderanno parte comunque intellettuali e giornalisti non certo con addosso le insegne FdI come Bruno Vespa e Marco Travaglio), ci sarà giustappunto l'intrattenimento. Le critiche la D'Avena ha scelto di non accoglierle e non ha dato spiegazioni particolari anche perché la polemica oltre che strumentale è del tutto infondata e destinata a spegnersi presto. Ma dimostra, ancora una volta, che la sinistra, tra i suoi tanti limiti, non sa ridere.