Fuori tutto
Rocco Papaleo, impensabile confessione: "Sono di sinistra. Ma la Meloni..."
Se Rocco Papaleo non ci fosse, bisognerebbe inventarlo. Incontriamo l'attore e regista al Festival Visioni Verticali di Potenza. In questi anni Papaleo è riuscito a fare film amati dal pubblico e dagli addetti ai lavori come Basilicata Coast to Coast. Forse perché girare un lungometraggio è come fare un viaggio senza mappa, dove non esiste la corsia di ritorno. Ci vuole solo coraggio. In più c'è da aggiungere il meccanismo della comicità, dove i personaggi che interpreta sono esattamente come lui: riservati, geniali e onesti. In questa intervista ci riserva molte sorprese, dove confessa progetti, un nuovo film in uscita e una grande consenso per il presidente del Consiglio.
Papaleo, mi incuriosisce la sua stima nei confronti di Giorgia Meloni: ma lei non era di sinistra?
«Sì, non rinnego nulla, però pur essendo di sinistra devo riconoscere che la Meloni è una politica molto brillante e intelligente. Ha la capacità di portare avanti le proprie idee».
Quindi, applaude la destra? Però "mi consenta", tanto per essere a tema, il suo è un interesse sincero?
«Sì, in questo momento dobbiamo dare un punto in più alla destra, la sinistra non ce l'ha fatta».
E poi le donne... oggi vincono in molti settori. È d'accordo?
«Sono la mia religione in tutti i sensi. Confesso di essere sempre stato un galletto... un galletto lucano! Però le donne le ho sempre rispettate. A tutte le età sanno prenderci il cuore. E poi, con piccoli "aiutini" anche le "bruttine" tornano belle. Ma è la loro intelligenza e la saggezza a colpirmi di più. Sono arrivate ad ottenere ruoli molti importanti e credo che lo meritino».
Però lavorano il doppio degli uomini e guadagnano la metà... Le sembra giusto?
«Accade, ma vedrà che le cose cambieranno, le donne sono davvero in gamba. Mi piace ascoltarle, per loro ho sempre fatto tutto il possibile anche quando ho diretto un film».
A proposito di film cosa ha in cantiere?
«Qui ho presentato il documentario sentieri di ferro, di Luca Curto di cui sono protagonista. Nel mese di marzo uscirà il film Scordato (in senso musicale) dove ho il ruolo da protagonista e Potenza regista. Con me ci sarà la cantante Giorgia, che per il pubblico sarà una vera sorpresa. Il film è molto carino e poetico ed è ambientato in Basilicata».
La sua terra, giusto?
«Sì, la amo da sempre, però da giovanissimo sono dovuto andare via, dovevo proseguire gli studi all'università, perché allora qui non c'era.
Giunto a Roma volevo fare il matematico, invece ho fatto la scuola di recitazione. Ma non ho rimpianti».
Tutto cominciò con Leonardo Pieraccioni ne I laureati. Come lo conobbe?
«Il regista Giovanni Veronesi mi aveva visto a teatro e gli parlò di me in modo positivo, allora Pieraccioni volle incontrarmi. Per me fu una grande emozione, Leonardo mi salutò con simpatia e poco dopo mi diede la sceneggiatura del film dicendomi: "Vai a casa, leggila e poi decidi. So che hai altri impegni"».
Invece?
«Sinceramente avevo poco da decidere: non avevo altre possibilità. E il personaggio mi piaceva. Ne ero orgoglioso. Così gli dissi subito...
accetto! Fu la mia fortuna e di questo devo anche ringraziare Giovanna Mezzogiorno che ha sempre creduto in me».
Scusi, ma lei inizialmente non doveva fare un cortometraggio da regista con il produttore Cecchi Gori?
«È vero, ma chi glielo ha detto?».
Segreto professionale. Invece mi racconti come finì la storia...
«Purtroppo Vittorio, che era stimatissimo da tutti, ebbe la "delicatezza" di fallire proprio in quel periodo ed io rimasi a terra».
Speriamo che per Cecchi Gori possano tornare giorni migliori. Tre Oscar vinti sono la migliore garanzia. È d'accordo?
«Assolutamente sì».
Intanto anche lei è un po' che manca dal grande schermo, cosa è accaduto? Delusione, stanchezza?
«Mi sono preso un periodo sabbatico, ne avevo bisogno. Erano anni che non andavo in vacanza, che non vedevo il mare... Così nella tranquillità di un posto decisamente sereno ho scritto un libro».
Cosa la diverte? O le piace solo il cinema?
«Mi diverte suonare e cantare dal vivo a casa di amici. La mia canzone preferita è Via con me di Paolo Conte. La trova molto bella e mi riesce bene. La musica è il fil rouge che collega da sempre la mia vita fatta di cinema e musica».
È di Lagonegro, un posto tranquillo e romantico. Per un attore che ha sfondato nel cinema, di quei luoghi dell'infanzia cosa le rimane di più?
«La voglia di ritrovare le emozioni perdute. Il mio sogno è quello di tornare nella mia terra (ma tra qualche anno) non per costruirmi una villa con piscina, ma per realizzare un piccolo orto e passare ore a coltivarlo respirando quei profumi che non si ritrovano in altri posti». Però in cantiere ha una casa a Maratea: vero o falso? «È tutto vero, malo faccio per il futuro di mio figlio. Un figlio che amo e che ama me».
Intanto a Potenza sarà varata una grande Scuola di cinema (Centro Sperimentale delle Arti Mediterranee) diretta da Marcello Foti, ex direttore del Centro Sperimentale di cinema a Roma. Tra gli i presenti, voci di corridoio fanno già due grandi nomi: lei e Giancarlo Giannini. Durante le masterclass cosa consiglierà ai suoi alunni che studiano cinema?
«Il coraggio e la dedizione. Io sono dovuto andare via, ma loro oggi hanno una speranza in più. Questa scuola sarà una grande occasione, devono continuare a crederci come faccio io perché la passione per il cinema non ha età».
Se tornasse indietro?
«Rifarei tutto. Ancora oggi mi guardo dentro e mi chiedo qual è il mio talento, come sono riuscito da solo ad arrivare fino qui».
A parte gli applausi del pubblico, che risposta si dà?
«Avevo 37 anni quando ho fatto I Laureati e sono ancora amato dal pubblico, ma i dubbi ci sono sempre. E sono vitali. Ti aiutano a crescere, a sognare un mondo migliore, a raccontare ciò che tu vorresti realmente vivere».
Prima di chiudere, una curiosità: ma è vero che mangia sempre pasta al burro?
«Guardi le sembrerà strano, ma anche a Roma scelgo questo piatto e le assicuro che sono sanissimo. Mi adeguo, anche se non è il mio caso, per solidarietà a quei tanti italiani che vanno sempre in bianco... grazie alle spese e a tutto ciò che ruota intorno al nostro Paese. Un Paese che comunque si ama e si difende».