Tormentoni
Sanremo 2022, Morgan asfalta Amadeus: "Mi pare una stronz***, perché devono fare quella roba sul palco?"
La furia di Morgan sul Festival di Sanremo targato Amadeus colpisce (duro) anche... il Fantasanremo, il gioco tormentone che sta coinvolgendo non solo i telespettatori, ma gli stessi artisti in gara, che prima, dopo e durante le loro esibizioni esclamano frasi come "Ciao zia Mara" o "Fantasanremo e papalina", facendo guadagnare così dei punti bonus a chi ha scommesso su di loro. Una moda che non piace al fondatore dei Bluvertigo, che nel 2020 fu squalificato dal Festival (il primo sotto la direzione artistica di Amadeus) per la famosa rissa in diretta sul palco dell'Ariston con Bugo.
"Ma perché un artista, anche di valore come Dargen D'Amico, dovrebbe esclamare un 'Ciao, zia Mara!' piuttosto che 'Ciao, zio Pino!' durante l'esecuzione del suo brano? O gridarlo all'inizio o alla fine come fatto da altri? Francamente, mi pare una stro***ta!", accusa senza tanti giri di parole. Quindi, da uomo di cultura con il giusto per la stravaganza e l'imprevedibilità, Marco Castoldi (questo il nome all'anagrafe del cantautore di Monza), lancia una proposta temeraria: "Se avessero pensato di obbligare a dire un verso della Divina Commedia a testa a tutti i cantanti, in modo che alla fine delle cinque serate si sarebbe arrivati a dire tutto il primo canto dell'Inferno, allora sì che avrebbe avuto un senso!".
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La scena sarebbe stata surreale: "Usciva Gianni Morandi e diceva 'nel mezzo del cammin di nostra vita...', poi usciva la Rettore e diceva 'mi ritrovai per una selva oscura...' e via così, un metaverso a testa. Forse, il prossimo anno, si potrà allora ritrovare 'la diritta via'...". E chissà che non possa succedere proprio con Morgan a capo della macchina-Festival, visto che qualche giorno fa aveva confidato il suo sogno: "Prima di morire curerò un’edizione del Festival di Sanremo come direttore artistico e quando succederà non solo si avrà la stessa sensazione di liberazione da una dominazione tirannica ma, e non ci si potrà quasi credere, tornerà la musica in questa povera patria".