Altarini

Pippo Baudo, con Bruno Vespa è finita in disgrazia: "Non voglio farlo, non me ne frega niente", picchia durissimo

Pippo Baudo, da sempre protagonista assoluto della televisione italiana, si è confidato a TvBlog, in una intervista in cui ripercorre le tappe della sua carriera. "Nel 1956 venne installato un grande ripetitore sul Monte Faito in Campania che consentì al segnale di arrivare in Sicilia", ricorda Baudo. "Quando la televisione arrivò da noi era già esploso il grande successo di Lascia o Raddoppia. Siccome il giovedì sera i cinema si svuotavano, i proprietari decisero di proiettare in sala la trasmissione di Mike e noi andavamo a vederla là". 

Le innate doti dello spettacolo di Baudo si sono mostrate sin dai primi anni della prosperosa vita del conduttore siciliano. Ad appena sei anni, Pippo Baudo recitò infatti a teatro, vestendo i panni del figlio di Santa Rita Da Cascia: "Quell'esperienza si rivelò così profonda che il palcoscenico mi conquistò e non mi abbandonò più. Man mano che crescevo pensavo ad esibirmi, allo spettacolo. Diciamo che ero predestinato", commenta il conduttore. Destino che ha voluto incoronare il suo sogno nel lontano 1959, anno del suo programma d'esordio Guida degli emigranti. "Per me fu molto formativo - ricorda - essendomi laureato in legge avevo studiato Diritto Coloniale, una materia suppletiva del corso di Giurisprudenza. Mi portarono a visitare gli emigranti in giro per l'Europa. In belgio conobbi il padre del cantante Adamo, era un minatore. Mi confidò: 'mio figlio non farà mai questo mestiere, respira solo carbone'".

 

 

A formare Pippo Baudo anche la sua esperienza in radio: "Sì, ricoprii un grande ruolo. Se ho una pronuncia italiana quasi perfetta lo devo alla radio. All’epoca gli annunciatori non erano come quelli di adesso, godevano di una dizione perfetta. Così quando arrivai a Roma ero già pronto. Avevo ascoltato di tutto, dai programmi musicali ai radiogiornali." Uno strano rapporto quello con Corrado, che ha spesso portato Baudo a ereditare i suoi programmi: "Sono legato in qualche modo alla sua carriera. Addirittura, quando Corrado passò dalla radio alla tv per andare a fare L’Amico del Giaguaro a Milano con Gino Bramieri, Raffaele Pisu e Marisa Del Frate, io lo sostituii proprio alla radio con Gran Galà".

Stesso destino anche per Canzonissima e Domenica In: "A Domenica In lui lasciò perché aveva litigato col presidente della Rai Paolo Grassi - spiega Baudo - che lo aveva criticato definendo il contenitore privo di cultura. A quel punto chiamarono me, presi il suo posto senza volerlo". Tra i due però nessun astio o alcun tipo di conflitto personale: "Il rapporto era buono. Non potevi non volere bene a Corrado, possedeva la tipica ironia e comicità romana. Ma non era affatto cattivo". Riguardo al suo passaggio a Mediaset, Baudo svela finalmente i motivi, oltre a quelli che lo hanno poi riportato in Rai: "Non mi trovavo bene in Rai, avevo problemi di riambientamento. Berlusconi mi telefonò e mi fece la proposta: ‘vuoi tornare?’. Ci riprovai. Ma con tutto il rispetto per Mediaset, la mia casa era la Rai".

 

 

Dopo 10 anni il ritorno in Rai con un programma quotidiano in onda alle quattro di pomeriggio: "Giorno dopo Giorno mi venne offerto affinché lo rifiutassi, invece accettai subito. Il cachet era inesistente. La trasmissione era di importazione americana, durava mezz’ora ma appena si liberarono degli spazi la allargai. Ebbe talmente tanto seguito che l’allora direttore Francesco Pinto propose di inventare uno show nuovo di prima serata e nacque Novecento. Ottenne un successo enorme". Ma l'amore televisivo più grande di Baudo è sempre stato Sanremo: "I miei Festival sono tutti stati grandi successi. Portai all’Ariston Bruce Springsteen, Whitney Houston, Madonna. I più grandi venivano a Sanremo". 

Un simpatico aneddoto riguarda invece il cachet di Carlo Verdone a Sanremo. La leggenda narra che l'attore romano non abbia voluto soldi, ma soltanto una cassa di arance siciliane dal presentatore: "Le mandavo a tutti - racconta Baudo - all’epoca ero produttore di arance, è il mio regalo caratteristico nei confronti degli amici". Con Bruno Vespa si è mai chiarito? "No e non ho voglia di farlo. Non me ne frega niente". I due sono stati protagonisti di un litigio in diretta a Centocinquanta, durante i festeggiamenti per l'Unità d'Italia. All'origine del diverbio una foto di Santoro apparsa in studio per celebrare i giornalisti della Rai: "Una cosa allucinante. Appena vide la foto di Santoro andò su tutte le furie, si arrabbiò. Una foto che tra l’altro non andò nemmeno in onda". Pensa a un ritorno sul teleschermo? "Non ho nostalgia, sinceramente. Se capiterà la possibilità di qualche ospitata, la farò volentieri. Ma non me la sento più di assumermi le responsabilità di uno show. C’è un tempo per tutto e bisogna guardare anche l’anagrafe" conclude Pippo Baudo.