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Fedez, "mi spiace per tuo figlio": poi il dito medio, l'ultima porcata contro una leghista

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Fedez dichiara guerra alla Lega. Questa volta nel mirino del rapper c'è un commento di Laura Laviano. L'assessore del Carroccio al Commercio del comune di Macerata si è espressa contro alcune abitudini dei tempi moderni. "Se dovessi vedere mio figlio con lo smalto - ha scritto sul suo profilo Facebook - a parte che penserei subito ad un cambio di persona, ma subito dopo lo spedirei fuori di casa". Una considerazione che non è sfuggita al marito di Chiara Ferragni. L'assessore infatti aveva condiviso un post nel quale si pubblicizzava la nuova linea di smalto creata da Fedez. "Mi spiace per il figlio più che altro", ha a sua volta commentato il cantante condividendo quanto scritto dalla Laviano. Poi ecco il sondaggio social: "Facciamo un gioco? Indovina il partito?". Solo dopo ecco pubblicata la scheda anagrafica dell'assessore "Partito: Lega Salvini", con l'aggiunta personale: 'Bravi! Avete vinto un poster di Pillon che fa il culturista".

 

 

Ma l'invettiva non finisce qui: "Comunque è incredibile come un semplice smalto riesca a stanare gente come questa - ha proseguito in un filmato in cui si fa immortalare con il dito medio alzato, rigorosamente colorato dall'oggetto della discussione -, che poi non capisco cosa li mandi in tilt di un ca*** di smalto, è solo uno smalto. Guardate è bellissimo, dico, guardate è fantastico".

 

 

Ma Fedez non è nuovi ad attacchi politici. Qualche giorno fa nel mirino del rapper ci è finito un altro leghista, Simone Pillon. Tutta colpa della sua contrarietà al disegno di legge sull'omotransfobia: "Le dico una cosa da padre, mio figlio gioca con le bambole e la cosa non desta alcun tipo di turbamento in me. E non desterebbe turbamento neanche se un giorno dovesse avvertire l'esigenza di truccarsi, mettersi il rossetto o una gonna, perché ha il diritto di esprimersi come meglio crede. La cosa che mi destabilizzerebbe è sapere che vive in uno Stato che non tutela il suo sacrosanto diritto di esprimersi in piena libertà".

 

 

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