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Flavio Insinna fa il tifo per la patrimoniale: "Siamo in una giungla o in una comunità? Facciamola e basta"

Flavio Insinna dalla parte della patrimoniale. Il conduttore de L'Eredità si definisce "fortunato" e per questo non si sottrae ai propri doveri. “Qui - esordisce sulle colonne del Corriere della Sera - si tratta di capire una cosa, se viviamo in una giungla oppure in una comunità. Se siamo in una giungla allora il più forte mangia il più debole, bene. Ma se siamo in una comunità, allora non può essere che nel nostro Paese, nel 2021, ci sia ancora chi muore di freddo e di fame”.

 

 

Insinna rivolge un pensiero a chi, in piena pandemia, si è visto sottrarre il lavoro. Il coronavirus "ha creato un effetto devastante… La paura. Sta prendendo il sopravvento. Perché un conto è fare dei sacrifici e arrivare alla fine del mese lavorando, ma se tutto crolla, come fai”. Il conduttore di Rai 1 porta la testimonianza delle tante persone che si rivolgono a lui in cerca di aiuto: "In trent'anni - ammette - non mi era mai capitato. C'è chi non accende più la tv per risparmiare, chi non usa più il telefonino… gente che con enorme dignità ti fa capire che avrebbe bisogno anche solo di cento euro". 

 

 

Da qui un pensiero del tutto personale sulla polemica che ha visto protagonisti Nicola Fratoianni da una parte e il centrodestra dall'altra. "Ho trovato molto spiacevole si sia detto no alla patrimoniale, alla tassa dell’amicizia o fraternità, chiamiamola come vogliamo - spiega dimostrando di prendere le difese di chi la tassa la vuole, ossia il deputato di Liberi e Uguali - Ma a cosa abbiamo detto no? Ci stavano chiedendo lo 0,0001 di quello che io e altri come me, o anche più di me hanno. Io sono diventato fortunato qua in Italia e credo sia un dovere ridare qualcosa a questo Paese. Non è che ci sta tanto da chiacchierare: facciamolo e facciamolo presto. Chi ha un euro dia un euro, chi ne ha dieci ne dia dieci, ma mai come ora c’è bisogno di tutti”.