Parla Lino Patruno

Luigi Tenco, "omicidio al Festival di Sanremo". Dopo 54 anni, la bomba sul clan dei Marsigliesi

Luigi Tenco? Non si è suicidato. Il dramma e il mistero del Festival di Sanremo tengono ancora banco a quasi 54 anni di distanza. E Lino Patruno, storico chitarrista jazz italiano compagno di gioventù del grande cantautore genovese, intervistato dal Fatto quotidiano dà la sua versione dei fatti "Con lui, nei primi Anni 60, per una sera siamo stati scritturati. Prima dello spettacolo si presenta il proprietario del locale, un tipo losco, minaccioso, con accento del Sud: 'Questa sera prenderete il 40 per cento del cachet'. E Tenco, il più inc***so di noi: 'Ora vado al microfono e spiego al pubblico che lei non rispetta i patti'. Finale? 'Se non canta, le mitraglio subito le gambe'. Abbiamo obbedito". 

Questo per inquadrare il sottobosco che animava all'epoca la musica italiana. "Lavoravo alla Ricordi, Luigi veniva spesso nel mio ufficio - ricorda Patruno -. Il nostro argomento principale, se non unico, erano le donne. Una fissa. Durante quel maledetto Sanremo, aveva problemi: stava con una tizia legata al clan dei Marsigliesi, un giro pericoloso. Per me non si è ucciso. E non sono l'unico a pensarlo".