Il mondo dello spettacolo

Dario Mazzocchi

Una selva di palloncini neri e listati a lutto, le note pensose e ammonitrici del Coriolano suonate dall'Orchestra regionale del Lazio fanno da contrappunto al tono, misto di delusione, rabbia, scoramento e voglia di sperare che caratterizza oggi il sit-in dei lavoratori dello spettacolo italiano convocati di fronte al Parlamento dalle associazioni e sindacati di categoria, forse per la prima volta capaci di esprimersi all'unisono. Più vistosa per la qualità delle presenze (da Carlo Verdone ai fratelli Vanzina, da Mariangela Melato a Ettore Scola e Luca Zingaretti) che non per la quantità degli uomini di spettacolo che oggi scendono in piazza, la manifestazione riceve quasi subito la doccia fredda del giornalista e sceneggiatore Andrea Purgatori che a nome dell'associazione 100 Autori ha fatto parte della delegazione appena uscita dal Palazzo Chigi dopo un incontro con il sottosegretario Gianni Letta. "Non abbiamo buone notizie - dice Purgatori - né in verità ci speravamo molto. Per ora non sembra esserci via d'uscita al reintegro del Fondo Unico per lo Spettacolo da parte del Governo e dobbiamo quindi attrezzarci ad altre forme di lotta e di protesta". Uno spiraglio di ottimismo bipartisan cerca di portarlo Luca Barbareschi venuto tra i manifestanti insieme alla collega parlamentare Gabriella Carlucci e accolto anche da fischi. "Domani ritorneremo da Letta - dice Barbareschi - insieme alle categorie dei produttori e fino all'ultimo ci batteremo, esponenti della maggioranza e dell'opposizione, per trovare una soluzione. Ma è necessario che lo spettacolo sappia anche ripulire i propri bilanci, tagliare gli sprechi, assumere una diversa coscienza imprenditoriale. Se nulla sarà possibile dobbiamo avere la forza di iniziative di sciopero vere e radicali capaci di coinvolgere tutta la categoria". Le parole d'ordine che circolano tra i presenti su questo tema vanno da varie forme di lotta, compreso il boicottaggio, in occasione della mostra del Cinema di Venezia, fino alla serrata della produzioni per il cinema, la televisione e le altre forme di spettacolo. A nome della storica associazione dei cineasti (Anac) Nino Russo invoca coesione di tutto il settore (oltre 200 mila lavoratori) e una consonanza di lotta con tutte le forme della cultura, dell'istruzione e della ricerca "palesemente sotto attacco da parte di questo governo - dice - che continua a pensare alla cultura in termini di spesa e non di investimento". Tra i tanti volti noti presenti davanti a Montecitorio si riconoscono Carlo Verdone e Mariangela Melato, Ettore Scola e Carlo Lizzani, Stefano Rulli e Citto Maselli, Maurizio Scaparro e Ricky Tognazzi, Giuliano Montaldo e Silvio Orlando e anche Carlo ed Enrico Vanzina e il press agent Enrico Lucherini; più rari i politici, tra cui il segretario del Pd Dario Franceschini che passa ad esprimere la sua solidarietà.