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Barbara Palombelli su Michele Serra: " Virgoletta frasi sentite dire. Molto deludente, anche per Repubblica"

Caterina Spinelli

La polemica sul crocifisso indossato da chi conduce in televisione prosegue. Dopo la risposta a Michele Serra di Barbara Palombelli, rea (se così si può dire) di aver indossato spesso il simbolo del cattolicesimo al collo, il giornalista continua nella sua rubrica l'Amaca di Repubblica a inveire contro. "Michele Serra insiste. Però, nel continuare a scrivere che non si può condurre in tv con un crocifisso al collo, mi attribuisce frasi mai scritte e mai pronunciate. Qualcuno lo avvisi... fare il giornalista/moralista/ satirico/ editorialista/autore tv è impegnativo e spero che si faccia aiutare a controllare meglio le sue fonti... io penso che si possa usare il crocifisso al collo tranquillamente, sia su un palco che in un tg o in un programma televisivo. Da credenti, da non credenti, da imitatori di Madonna. Penso che la croce sia un simbolo fortissimo. Ancora oggi portatrice di una infinità di sentimenti. Sono altre le cose che dovrebbero scandalizzarci" si è sfogata sul suo profilo Facebook. Leggi anche: Palombelli contro Serra: la diatriba sul crocifisso Poi per la moglie di Rutelli tutto è si è chiarito: "Allora. Ho scritto a Michele Serra. Mi ha risposto che si era basato su un sentito dire, amici... Abbiamo scoperto che Michele Serra virgoletta frasi sentite dire (da me mai scritte o pronunciate). Peccato. Molto deludente, per lui e per un giornale in cui ho passato 10 anni della mia vita" ha scritto di nuovo sul social. Il battibecco tra i due era iniziato quando Serra, nella consueta rubrica, aveva attaccato la giornalista Marina Nalesso: "Ma almeno per ipocrisia, almeno per uno scrupolo formale, almeno per fare finta che, tra gli utenti pagatori di canone, ne esista qualcuno che preferirebbe evitare i simboli religiosi al collo di chi esercita una funzione pubblica, ovvero di tutti: non si potrebbe cortesemente evitare?". Se è vero che Repubblica tifa per la libertà religiosa, perché censurare una scelta come quella del crocifisso?