Il vento che cambia

Il botto del Tg2 sovranista di Gennaro Sangiuliano: nel mirino adesso c'è il tg della rete ammiraglia

Davide Locano

C'è qualcosa di nuovo eppur d' antico nel nuovo corso e nella sinuosa curva d' ascolto del Tg2. Doverosa premessa. Gennaro Sangiuliano detto Genny, potente intellettuale prezzoliniano prestato a questo mestieraccio, è amico di chi scrive e di Libero del quale è stato indimenticato caporedattore e vicedirettore. Ma eviteremo di essere di parte, attenendoci ai numeri. È un fatto che, da quando Genny è diventato direttore del Tg2, gli ascolti si stiano gonfiando come un soufflé. Nel periodo che va dal 7 novembre al 26 novembre 2018 i dati di ascolto sono i seguenti: edizione delle 13 dal 14,5% di share dello stesso periodo 2017 al 15,5% del 2018 con un guadagno di un punto; edizione delle 20,30 dal 7% del 2017 al 7,1% con un ritocco dello 0,1% rispetto all' anno scorso; edizione delle 18,15 dal 3,6% del 2017 al 4,3% del 2018. Leggi anche: Blitz grillino sui vertici Rai, chi piazzano alla comunicazione PROGRESSIONE In più l' altro giorno, in una inaspettata progressione, nell'edizione delle 20,30, il Tg2 ha fatto il 7,1%; l' 8,2%; l' 8,4% toccando il 9,5%. Risultato, quest' ultimo, che non veniva registrato da tempo. Mi rendo conto che i numeri siano noiosetti. Però, se si confrontano a quelli del tg dell' Ammiraglia (di cui pure Genny è stato vicedirettore) ci si accorge che gli ascolti del Tg1 delle 20 sono calati di oltre due punti tra settembre e oggi, passando dal 24,7% di settembre al 22,7 di dicembre. Un dato politico oltre che editoriale. Beninteso, il direttore del Tg1 Giuseppe Carboni fa il suo: è benignamente filogovernativo come tutti i Tg1 di ogni tempo. Ma è strano come bastino poche modifiche per sparigliare e rendere un Tg Rai da istituzionale a più aggressivo, portandolo a pescare in un bacino di utenza più ampio. Per esempio, nel silenzio della maggioranza dei media è scivolata via la notizia dell' anniversario di Alexander Isaevich Solgenitsin, Nobel contro gli orrori del gulag? Ecco che Sangiuliano (materia sua) ti spara la notizia e ci fa pure sopra uno speciale. C'è l' attentato a Strasburgo? Ecco che il Tg2 si aggrappa alla notizia e non la molla fino a notte inoltrata. La cronaca nera si impossessa di Ancona? Genny s' inventa uno speciale al mattino che tocca il 7,5% dove la media è del 5%. NON SOLO POLITICA I telespettatori cominciano ad essere saturi di politica? E, voilà, il Tg potenzia i settori delle softnews, da Costume e società a Medicina 33, al Tg Storia (un pallino del Sangiuliano estensore di biografie storiche). Insorgono in Francia i gilet gialli con il loro cotè di livore antimacroniano? Genny, esperto di cose estere, ti sforna una serie di approfondimenti che stroncherebbero un toro, e infatti credo che l' ambasciatore di Macron in Italia non l' abbia presa benissimo. Quel che paga del Tg2 è, evidentemente, la collocazione politica assai poco governativa rispetto al Tg1, pure se Sangiuliano gode della stima di Salvini e non è affatto inviso a Di Maio. Insomma, il suo è un tg che tende alla lettura non strettamente politica della notizia, e si rende autorevole da sé. E, sempre tornando al Tg2, conoscendo il neodirettore, incollato alla scrivania dalle 9 alle 21 masticando sandwich frugali rinchiuso nel fortino di Saxa Rubra (quando non scrive libri o insegna), credo che l' uomo stia ripensando anche a nuove edizioni del suo tigì magari al mattino, in modo da renderlo più competitivo e sfruttare bene tutti i 140 giornalisti che ne costituiscono l' ossatura. Ovviamente siamo solo agli inizi. Ma, da che mi ricordo, Genny ha sempre avuto il passo delle rivoluzioni silenziose... di Francesco Specchia