Nuove tendenze

Shezow, il superpotere dei cartoni animati: diventare un eroe transessuale

Giulio Bucchi

Sailor Moon era l’eroina di ogni bambina negli anni ’90. "Potere del cristallo di luna, vieni a me", questo era lo slogan per lasciare i panni di Baby e diventare la dolce metà di Milord. Tutte per imitarla volevano la corona e lo scettro. Per i maschietti c’era L’uomo ragno e ogni piccoletto chiedeva a mamma e papà di avere la sua tuta rossa e blu per arrampicarsi, magari sui mobili del salone. Ma i tempi sono cambiati, e con loro anche i miti della televisione. Relegate in cantina le vhs della Walt Disney, sul piccolo schermo, negli Stati Uniti, è arrivato Shezow, il primo eroe transessuale. Il protagonista è il dodicenne Guy Hamdon, che grazie a un anello dotato di super poteri – lasciatogli in eredità dalla zia – e alla formula magica "Forza Ragazza" si trasforma in una moderna wonderwoman, con tanto di tacchi a spillo, rossetto, mantello rosa shocking e vestitino leopardato.  In versione superdonna, Guy combatte i cattivi e diventa paladino della giustizia. Fa trionfare il bene sul male. La prima puntata del cartone animato è andata in onda lo scorso 1 giugno sul canale satellitare americano The Hub, che generalmente ha un pubblico di età compresa tra i tre e gli undici anni. Cosa risponderanno i genitori quando i loro figli chiederanno se Shezow è una donna o un uomo, non si sa. E proprio su questo è subito polemica. In particolare, in Australia.  In Italia invece nessuno si stupisce più del dovuto, anche perché esiste un precedente storico. Nella prima metà degli anni Novanta infatti veniva mandato in onda il cartone giapponese Ranma, che anticipava decisamente i tempi. Ranma, essendo vittima di un incantesimo, tutte le volte che veniva a contatto con l’acqua si trasformava in una ragazza. Anche il padre del lottatore nipponico era vittima del medesimo incantesimo, che però gli faceva assumere le sembianze di un animale. C’era quindi almeno una doppia scelta. Qualcuno punta il dito contro Shezow, affermando sia diseducativo.  Ma in tutta sincerità, anche Cenerentola, Biancaneve e La Bella Addormentata, col senno di poi, lo erano. Perché? Ci hanno fatto crescere col mito del principe azzurro, che però pare essere ormai specie estinta. E se esiste, è gay. La sostanza, insomma, non cambia.  di Antonella Luppoli