Uccise attrice, 19 anni

Albina Perri

Con buone probabilità finirà in carcere per il resto dei suoi giorni l’impresario musicale Phil Spector. L’eclettico produttore dei Beatles è stato, infatti, condannato a un minimo di 19 anni a un massimo del carcere a vita per l'omicidio di un’attricetta, avvenuto nel 2003,  nella sua villa di Hollywood. In aprile, Spector, adesso 69enne, è stato riconosciuto colpevole per l’omicidio di Lana Clarkson. Il verdetto significa che il genio musicale, a cui si deve il merito tra l'altro dell'album 'Let it Be', dovrà passare dietro le sbarre almeno due decenni prima di poter fare richiesta di libertà sulla parola. Phil Spector è considerato il più famoso produttore musicale della storia perché, oltre ad avere inventato il Wall of Sound, ha prodotto i successi più celebri di numerosi big della musica mondiale: dai Beatles ai Rolling Stones, passando per Tina Turner, i Ramones, Leonard Cohen e Cher. Si devono a Spector album famosissimi come Imagine di John Lennon e il concerto per il Bangladesh di George Harrison. Inoltre, con la vedova di Lennon, Yoko Ono, Spector aveva messo insieme brani rimasti inediti dopo l'assassinio di John nel 1980. Il produttore, che negli anni Ottanta si è guadagnato la nomea di eccentrico eremita, è rimasto per sei anni in libertà sotto cauzione dopo che un primo processo contro di lui è stato annullato nel 2007: solo il 13 aprile è stato messo sotto chiave dopo il verdetto di colpevolezza. Spector si è sempre dichiarato innocente dell'assassinio sostenendo che la vittima si fosse accidentalmente uccisa giocando con la pistola. Lana Clarkson aveva 40 anni e, dopo aver tentato di sfondare a Hollywood e aver girato qualche film di serie B come Barbarian Queen, si era ridotta a fare la cameriera nel nightclub House of Blues di Los Angeles. A quei tempi anche Spector era sul viale del tramonto, abbandonato e depresso. I due si erano conosciuti proprio al night e Spector aveva portato la donna nella sua stravagante villa, Pyrenees Castle, per passare assieme la notte. Alcune ore dopo la polizia riceveva la telefonata dell'autista dell'impresario: "Penso che il mio capo abbia ammazzato qualcuno".