Intervista

Checco Zalone, la confessione amara: "Il sogno che non potrò mai realizzare"

Alessandra Menzani

E' un'intervista sui massimi sistemi quella che Checco Zalone, idolo del cinema italiano, vero nome Luca Medici, concede a Repubblica. Parla dei comici, dei giornali, del web. Critica i cinepanettoni a cui erroneamente paragonano i suoi film: "Quelli sono tentativi di comicità grottesca. Ma io credo che il solo grottesco che in Italia abbia funzionato sia Fantozzi. Pensa alla scena in cui in cui beve al casinò, diventa una palla e vola".  Il tuo modello è Alberto Sordi? "Sì. Più di Totò, più di Troisi. È lui ad avere incarnato, in modo straordinario, tutti i difetti d' Italia. È il più grande". Perché Zalone lo ama così tanto? "Sordi in ogni italiano. E sono arte raffinatissima la sua gestualità, la sua mimica facciale, le sue invenzioni". Purtroppo, ammette Checco, quello di emulare Sordi è un sogno che non riuscirà mai a realizzare: "Tutte le emozioni della vanità sono raccontate con tante piccole smorfie quando, nel Vigile, Sylva Koscina dalla tv lo saluta e gli dedica Il tuo bacio è come un rock. Ed è magnifico ne Il Vedovo. È sublime in Una vita difficile. Sordi è il mio modello inarrivabile".