Parla il presentatore
Sanremo, Fazio: "Ho rispettato la par condicio, Crozza lo richiamerei"
di Leonardo Iannacci Fabio Fazio è fuggito. Nella notte. Ha fatto i bagagli, ha salutato la suite dell’Hotel Globo che l’ha ospitato in queste torride giornate sanremesi ed è filato via, verso Milano. Oggi dormirà fino a mezzogiorno, darà una scorsa veloce ai giornali, anche a quelli che lo considerano il conduttore più fazioso del mondo, e nel pomeriggio registrerà una delle 68 puntate annuali di Che tempo che fa, intervistato dall’amico Massimo Gramellini che lo torchierà (?) sul Festival appena finito. Un’ora prima della fuga notturna, dal palco dell’Ariston aveva annunciato il nome del vincitore del Festival 2013, quello che passerà alla storia come il Sanremo dell’affaire-Crozza. Il terzo Festival dell’era Fazio o, se preferite, il primo «Che Festival che fa». Sinistra e destra a parte, ecco quel che resta del Sanremo 2013 visto da conduttore più mancino di tutti i tempi: dalla politica alla Littizzetto, con la quale ha duellato ieri sera in una stonata versione di La coppia più bella del mondo, da Crozza alla par condicio, da Chopin a Rocco Siffredi, da Elio e le Storie Tese (vincitori del Premio della Critica con la loro geniale Canzone mononota) agli ascolti record (venerdì sera 11.538.000 i telespettatori con uno share del 48% e picco del 58% quando è arrivato Pippo Baudo). Fabio Fazio, per Libero, dalla A alla Z. Pensieri, parole e opere di bene. I giornali - «Accetto le critiche quando sono contenute nel confine del buon senso. Se ho fatto un festival politico? No, non penso di aver fatto nessun uso strumentale della tv pubblica. Tv pubblica vuol dire che è di tutti, quindi non è che se è di tutti non si può dire niente: è di tutti e quindi si può dire tutto». La par condicio - «È una legge che regolamenta la presenza dei candidati in trasmissioni tv. In questo festival non ci sono stati candidati, quindi è stata totalmente rispettata. Il pubblico credo sia capace di codificare il grado di ironia che c’è in uno show. Siamo nel 2013». Crozza / 1 - «Anche se non amo ripetermi nelle cose che faccio, lo richiamerei subito se dovessi preparare una scaletta e avessi bisogno di un grande comico. Il problema è stata la maleducazione di due o tre personaggi che hanno interrotto il suo monologo. La satira è libertà». Crozza / 2 - «La cosa che non accetto è quando mi hanno detto: perché non gli hai fatto iniziare con Bersani? Non sarebbe mai scoppiato quel casino... Brutto segnale se un comico deve preparare una partitura tenendo conto di alcune regole. Non deve tenere conto di niente se vuol fare satira. Non si deve preoccupare se iniziare il numero imitando questo o quel politico pensando alle possibili reazioni del pubblico. Si deve considerare libero». La Littizzetto - «È Luciana la vera vincitrice. Questo festival l’ha incorniciata, non ha sbagliato una battuta e, soprattutto, non ha tappato nessuna inquadratura». Le elezioni - «Sono la persona meno anti-politica d’Italia. Ma la vita è fatta di tante cose: non è che, dal momento che nel prossimo weekend sono state fissate le elezioni, il resto dell’esistenza si dovesse fermare. Le altre reti televisive hanno dato spazio ai candidati in questi giorni di Festival. Sanremo non è andato contro la politica». Chopin - «Mi chiedono spesso se questa ricerca di qualità, rappresentata dalla musica classica, da Chopin o dal Nabucco di Verdi che ha aperto la prima serata del festival, rappresenti un messaggio per la televisione del futuro. In realtà è una sfida rischiosa vinta. Una rottura con il passato. Ringrazio Leone: quando, nel marzo scorso, gli ho esposto l’idea di questo festival, questo mix di pop e classica, mi ha detto: subito». Sanremo 2014 - «Presentare un festival di Sanremo, e io ne ho alle spalle tre, e parlare a milioni di persone dà ebbrezza. Lo farei ogni anno. Ma, per rispettarlo, al festival devi offrire un racconto. Il festival va decantato, come il buon vino. Ma se c’è un’idea...». Raitre - «Ora torno nella mia vecchia a cara Raitre, in bianco e nero. Ho condotto il Festival che volevo senza rimpianti. La gradazione del racconto voleva essere questa ma ora torno a casa mia, cioè Raitre. Non è vero che ci sarà un trasloco della filosofia di Raitre a Raiuno. Il Direttore di Raiuno ha parlato di scambi. Ma ora è tutto finito e la carrozza della Littizzetto si trasformerà in una zucca».