Tv d'antan

Cristina D'Avena: "Quando Berlusconi e Barbara venivano sul set di Kiss me Licia"

Matteo Legnani

Il suo segreto? Aver realizzato l’obiettivo al quale tutti noi tendiamo: quello di restare un po’ bambini, cristallizzando il tempo, ibernando la felicità, stoppando il futuro. Cristina D’Avena sembra esserci riuscita davvero e, cavalcando brillantemente cinque decenni di vita, non fatica mai a trovare quotidianamente i sassolini d’oro che le consentono di ripercorrere sempre la stessa strada professionale lastricata da una una ricercata leggerezza. «Faccio dischi, tengo continuamente concerti, decine all'anno, e vedo il mio pubblico divertirsi sempre quando attacco Kiss me Licia o I Puffi. Il 10 gennaio sarò all’Alcatraz di Milano e si annuncia il solito sold-out. Cosa chiedere di più?». Cristina ha un sorriso che smonta: se si prova a parlarle di cose grigie, lei le colora e smentisce chi sostiene che, nella vita, non si può essere il personaggio che interpreti sul set, sul palco, davanti a una telecamera. Oggi si gode un successo pacatamente nazional-popolare che ha ancora le sue radici nella serie televisiva con protagonista l’indimenticata Licia, e brinda all’uscita del suo nuovo disco natalizio Magia di Natale (Deluxe Edition), una raccolta di grandi classici natalizi. La incontriamo alle porte di Bologna, località San Lazzaro di Savena, non troppo lontano dalle dimore di Gianni Morandi e Vasco Rossi. Lei è stata colpita dalla sindrome di Peter Pan? "Sì e ne sono felice. Rappresento il Peter Pan che tutti hanno dentro e che vorrebbero esternare ma non possono farlo. La mia vita e i miei successi artistici sono rivolti a un pubblico di bambini, vero, ma non solo: non sa quanti adulti vengono a vedermi ai concerti, forse li riporto indietro nel tempo". Un disco di Natale con la voce di Cristina: cosa c’è di più rassicurante? "Di questi tempi non è male, eh? La gente ha bisogno di essere coccolata, rassicurata con argomenti delicati. Quale cosa migliore dei ricordi d'infanzia?". I fan le scrivono sui social: Cristina, tu non devi crescere mai… "E non li tradisco! Trent’anni di carriera, settecentocinquanta canzoni e il Disco d’Oro con la canzone dei Puffi, quando il Disco d’Oro veniva assegnato se vendevi 500.000 copie e non 30.0000 come adesso, me lo impediscono". Un cd per il Natale, la festa dei bambini: come è nata l’idea? «Dalle richieste dei fan arrivate sui social: ho una pagina su Facebook che è seguitissima, al ritmo di oltre 200.000 “mi piace” a botta. Mi hanno chiesto loro un disco per Natale e li ho accontentati». In questo mondo c’è ancora spazio per i sentimenti natalizi? "Certo. Me ne sono accorta interpretando inediti come Halleluja, brano celebre in tutto il mondo che ho accostato a un arrangiamento classico. Oppure come Dio fa qualcosa da Il gobbo di Notre Dame, canzone che mi dà i brividi ogni volta che la interpreto". Lei è stata un’antesignana nella prima Mediaset: cosa ricorda di quegli anni? "Ricordo che c’era un signore, anzi un vero galantuomo, che aveva fondato quelle televisioni: le amava, veniva a controllare le registrazioni, dava suggerimenti a un artista, migliorava sempre un programma. Silvio Berlusconi è stato veramente un geniale imprenditore e un uomo di tv impagabile, prima di scendere in campo politicamente. Era uno stupendo gruppo di lavoro. C’erano Mike, Corrado, Vianello e la Mondaini, fior di professionisti". Un aneddoto sul Cav? "Veniva spesso sul set di Licia per accontentare le figlie. Le portava con se, soprattutto Barbara era una fan". Se per strada sente qualcuno chiamare: Licia! lei si volta? "Sempre". di Leonardo Iannacci