La polemica
L'Usigrai contro Giannini: "Chiedi scusa, siamo con la schiena dritta, ci hai offeso"
Non è nemmeno andato in onda e Massimo Giannini scatena la bufera in Rai. In viale Mazzini dal giorno del suo arrivo in tanti chiedono la testa del neo-conduttore di Ballarò. Ad attira ele polemiche è stato il suo contratto e la scelta da parte dell'azienda di non valorizzare le risorse interne. Ma a scatenare la rabbia dei dipendenti Rai è stata un'intervista dello stesso Giannini rilasciata ad Oggi. L'ex vicedirettore di Repubblica, parla così dei colleghi di viale Mazzini: "Bisogna chiedersi come mai la Rai debba guardare fuori. Quello che rende complicato riconoscere le professionalità interne - ha aggiunto Giannini- è una certa diffusa arrendevolezza del sistema Rai alla politica. La professionalità di un giornalista si misura sulla sua autonomia, l'impermeabilità ai condizionamenti esterni, se rinunci a quella perdi il tuo valore". La rabbia dei dipendenti - Parole di fuoco che hanno scatenato la reazione dell'Usigrai, il sindacato interno di viale Mazzini: "Caro Massimo Giannini, smentisca o si scusi. Le sue parole riportate in una intervista da lei rilasciata a un settimanale sono un insulto alle centinaia di giornaliste e giornalisti Rai", si legge in un comunicato. Infine l'affondo al conduttore e al direttore generale Gubitosi: "Sappiamo bene - replica l'Esecutivo dell'Usigrai- cosa vuol dire avere la schiena dritta. E opporsi al controllo di governi di qualunque colore, e a interessi economici di qualunque provenienza. Ma in fondo, il problema non è lei, ma il Dg che per primo esprime questa disistima nei confronti di tutte le professionalità interne della Rai, attingendo sempre dall'esterno per tutti i ruoli chiave". L'affondo - "Ed ecco l'ennesimo risultato di questa politica: si ingaggia un esterno - conclude l'Esecutivo dell'Usigrai - lo si paga circa 1 milione di euro in due anni, e gli si consente di venirci a spiegare che in fondo i dipendenti Rai sono di serie B. Il Dg dica con chiarezza cosa pensa dei dipendenti dell'azienda che ancora dirige. O si sente già in uscita?"