Le disavventure al telefono con Ichino e Tabacci

Mi scambiano per un altro, andrò in crisi di identità

Franco Bechis

Non voglio certo ritenermi importante. Però da un certo numero di lustri faccio il giornalista occupandomi di politica e di economia. Sono andato mille volte a Montecitorio e in Senato. Un po' mi conoscono da quelle parti. Eppure sembra di no. La scorsa settimana mi ha chiamato Piero Ichino, furioso per un  articolo che però non era uscito su Libero. Talmente furioso da avermi fatto cercare dalla batteria del Viminale, e da non accettare scuse: "Mi spiace, ma io che c'entro con Italia Oggi?". E lui secco: "Lei è il direttore, non mi prenda in giro". "Mi spiace professore, non lo sono più da due anni". E lui: "Oh, che sbadato!" E ha tagliato bruscamente la telefonata. Questa settimana è toccato a Bruno Tabacci, anche lui infuriato per un articolo dove si tirava in ballo suo figlio nella vicenda Sea. Tabacci mi ha chiamato alle 7 e mezza del mattino, cogliendomi di sorpresa. L'articolo anche qui era su un'altra testata: "ma non sei vicedirettore de Il Giornale?".  No, ci siamo parlati decine di volte negli ultimi mesi, aveva il mio numero di telefonino, mi dava del tu. Ma non sapeva chi ero. Ce ne è abbastanza per andare in crisi di identità. Prima però gliela restituisco un po'... E qui regalo a tutti la sua telefonata- gaffe: http://www.youtube.com/watch?v=L3hml_hhSAM